30 Mag 22

La scuola è uno dei pilastri della società

Basti pensare che a 13 anni dal terremoto dell’Aquila quasi tutte le scuole del capoluogo sono ospitate ancora nei prefabbricati. O che circa duemila studenti di due tra i più frequentati licei di Pescara hanno dovuto affrontare l’ultimo anno scolastico dispersi in diverse sedi, a causa dell’inagibilità delle strutture originarie, così Osservatorio Abruzzo il progetto di Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp nel focus agli inizi di maggio. La vicenda del Liceo Marconi si trascina da mesi, da quando è stata dichiarata l’inagibilità del complesso che ospitava quasi 1500 studenti. In attesa della riqualificazione della struttura gli studenti inizieranno le lezioni in altri plessi, informava l’Agenzia Ansa.

Il Pnrr si propone di intervenire affinché nell’Italia del futuro non si verifichino più queste situazioni, rileva l’Osservatorio. Al Ministero dell’Istruzione sono affidati quasi 18 miliardi del Piano:

1) 12,1 miliardi riguardano gli interventi sulle infrastrutture, esistenti o da costruire ex-novo. Si tratta in particolare della costruzione di nuove scuole (800 milioni), dell’incremento di posti in asili nido e scuole dell’infanzia (4,6 miliardi di euro per 246mila nuovi posti), della creazione o riqualificazione di nuovi spazi destinati alle mense (400 milioni) e alle palestre (300 milioni).

2) Circa 4 miliardi di euro saranno investiti nella ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici.

3) Altri 2, invece, saranno investiti per la realizzazione di nuove aule dedicate a metodologie di insegnamento innovative.

4) Infine, ammonta a circa 5,5 miliardi la cifra prevista per gli investimenti su formazione e nuove competenze.

A oggi l’81% delle risorse stanziate per la “Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole” è stato assegnato. In Abruzzo sono più di 80 gli interventi finanziati e nella città dell’Aquila abbiamo: Lavori di efficientamento energetico dei lotti 1, 2 e 3 dell’Itis A. d’Aosta mediante la sostituzione dei vecchi pannelli in legno con nuovi in pvc per 1mln 300mila euro. Lavori di efficientamento energenti mediante l’apposizione di pannelli fotovoltaici sul tetto del liceo D. Cotugno per 600mila euro ed ancora lavori di restauro strutturale conservativo di elementi secondari dei lotti 2 e 3 dell’Istituto Tecnico Industriale Statale ‘A d’Aosta’ per 1mln 150mila euro.

La voce “Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole” si suddivide in 3 sotto-categorie: interventi riservati alla messa in sicurezza in chiave anti-sismica delle scuole che sorgono nei territori colpiti dai terremoti del 2009, 2016 e 2017 (per l’Abruzzo circa 14 milioni); interventi di competenza di province e città metropolitane (oltre 45 milioni di euro per l’Abruzzo) e interventi di messa in sicurezza (circa 44 milioni per l’Abruzzo suddivisi in 2 annualità).

In base a questi dati in Abruzzo, per il momento, sono arrivati complessivamente circa 103 milioni di euro. A livello provinciale è Pescara (33,5 milioni) il territorio che ne ha beneficiato di più. Seguono Chieti (31,1 milioni), Teramo (24 milioni) e L’Aquila (14,3 milioni). A livello locale ai primi 3 posti per fondi assegnati troviamo i comuni di Pescara (15,5 milioni), Atri (8,8) e Giulianova (6,5). Per quanto riguarda gli altri capoluoghi di provincia, invece, sono arrivati finora 6,1 milioni a Teramo, 3 all’Aquila e 2,5 a Chieti.

C’è poi la misura complessiva di 800 milioni di euro che prevede la costruzione sul territorio nazionale di 195 nuove scuole nel rispetto dell’innovazione, della sostenibilità e dell’inclusione sociale. In questo caso, però, il percorso di affidamento dei fondi è più indietro. Il decreto 243/2021 ha già suddiviso le risorse disponibili tra le diverse Regioni, rileva ancora l’approfondimento. Per farlo i tecnici del ministero si sono basati su diversi criteri: il grado di vetustà degli edifici presenti su ogni territorio, il numero di studenti presenti ma anche il trend demografico della popolazione scolastica, oltre che l’essere localizzata in zone a forte rischio sismico o meno. Tra le Regioni italiane, l’Abruzzo in questo caso si trova al dodicesimo posto, con circa 30 milioni di euro spettanti per le nuove scuole.

Durante l’emergenza Covid uno degli aspetti più problematici è stato quello di rimodulare gli spazi per consentire il distanziamento. In Italia su circa 40mila edifici scolastici attivi, 7mila 161 sono classificati vetusti, cioè con più di 50 anni di vita, sui dataset del Ministero dell’Istruzione (il 17,8%). In Abruzzo la quota sale al 21,85%, 1 edificio su 5 è vetusto, facendone la sesta Regione dopo Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Marche.

Spicca il dato della provincia dell’Aquila (con il 24,6% di edifici scolastici statali vetusti), seguita da Chieti (22,6%), Pescara (22,0%), Teramo (18,3%). Partendo dai capoluoghi, la quota più elevata si registra nei Comuni di Teramo e Chieti, dove il 25% dell’edilizia scolastica risulta vetusto. Mentre si attestano sotto la media nazionale e regionale le due città più popolose: Pescara (15,94%) e L’Aquila (10%).

A fronte del dato dei capoluoghi, si segnala la situazione peggiore nelle aree interne della Regione. Se nei Comuni polo, baricentrici in termini di servizi, la quota di edifici vetusti è pari al 18,6% del patrimonio scolastico, nei Comuni interni della Regione sale al 25,9%. La quota migliora sensibilmente se si isolano solo i Comuni periferici e ultraperiferici (qui il 21% degli edifici scolastici è vetusto, in linea con la media regionale). Con profonde differenze tra le aree interne della Regione. Nell’aquilano, oltre un terzo degli edifici nei Comuni periferici e ultraperiferici è classificato vetusto. Seguono Teramo (23,1%), Chieti (17,4%) e Pescara (12,5%).

Questo è il quadro. Ma a fronte della disponibilità di ingenti risorse pubbliche da pianificare e da spendere, dovremmo chiederci quale capacità di spesa abbiamo, con quali strutture, strumenti ordinari e in quanto tempo, perché il nodo è questo. Peraltro sulla sicurezza non bastano i buoni propositi, il sisma del 2009 ha già insegnato tutto, serve un approccio innovato e una nuova cultura che ancora non abbiamo.