18 Gen 22

Tutti enti pubblici e tutti responsabili

Una parete verde per compensare il quartiere della Prefettura della perdita della magnifica magnolia che era presente nel cortile degli uffici della Provincia e contribuirebbe a far amare la nuova enorme costruzione che presenta una parete cieca molto impattante e incongrua con la bellezza del nostro centro storico.

Così vorrebbero i cittadini, così informa la presidente del consorzio Proprietari di Piazza della Prefettura, Roberta Gargano, della proposta di cittadini, di utilizzare pareti di piante verdi verticali come elemento architettonico nella ricostruzione pubblica aquilana post sisma.

Per tali ragioni, nell’ambito del faticoso processo di ricostruzione di Palazzo del Governo, la presidente ha scritto alla Provincia dell’Aquila, proprietaria del complesso, alla Sovrintendenza e al Provveditorato alle Opere Pubbliche chiedendo di valutare la possibilità di inserire nelle finiture della nuova costruzione, che ha preso il posto dello storico alloggio del prefetto, a confine con la piazzetta di Santa Maria di Bagno e su via San Francesco di Paola, pareti verdi con piante soggette a irrigazione o stabilizzate. Sarebbe il primo elemento verde utilizzato nel processo di ricostruzione della città dell’Aquila e potrebbe rappresentare un bell’esempio di intervento sensibile e sostenibile nella ricostruzione pubblica.

Roberta Gargano

Dobbiamo notare che il verde è un elemento che non è mai stato preso in considerazione nella ricostruzione, eppure sarebbe un’efficace e sostenibile soluzione a tanti problemi di architetture che stonano con il contesto nel quale si trovano. Abbiamo spettacolari esempi, in Italia, di interi quartieri riqualificati attraverso elementi naturali come alberi e piante. Siamo certi che gli enti interessati saranno sensibili alla nostra richiesta, sarebbe davvero un bel percorso da intraprendere, conclude Roberta Gargano.

Evidentemente il mostruoso muro in cemento armato che svetta ancora minaccioso, forse leggermente sbasssato, su quel che resta del vecchio slargo di Santa Maria di Bagno, già denunciato quasi tre anni fa nel bel mezzo dei lavori, avrà fatto fare spallucce agli attori protagonisti, tutti enti pubblici, tutti responsabili.