Costruire secondo nuovi criteri antisismici, in modo da salvare le case insieme alle vite umane: dovrebbe essere questa la nuova regola per imparare a convivere con i terremoti senza dover subire danni devastanti, così all’Ansa qualche giorno fa il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv, Carlo Doglioni (nella foto).
L’obiettivo, ha dichiarato, dovrebbe essere costruire edifici capaci di resistere allo scuotimento.
Anche in quest’ultimo terremoto fra Turchia e Siria siamo tornati a vedere palazzine che si sbriciolano come castelli di sabbia, immagini che si ripetono come una lezione nota a tutti ma dimenticata troppo facilmente. Le immagini della distruzione causata dalla terra che trema arrivano dal Sud della Turchia, la zona dove il programma di edilizia antisismica avviato nel Paese è ancora lontano dall’essere realizzato.
E’ un programma che al momento riguarda le città più grandi e nel quale la Turchia sta investendo molto, aggiunge Doglioni.
Ed è ispirato a nuovi criteri, a differenza di altre nazioni, si è scelto di non calcolare la probabilità degli eventi, ma di determinare la magnitudo massima e lo scuotimento massimo, sia orizzontale che verticale, per costruire edifici che resistano. E’ un programma ambizioso e che richiede tempi molto lunghi, ha bisogno di decenni per potersi realizzare. E’ come se in Italia si decidesse di ricostruire tutti i condomini: non basterebbe un secolo.
Per il presidente dell’Ingv è interessante l’idea che c’è dietro un programma simile, riporta ancora l’Agenzia giornalistica, vale a dire che con i terremoti si può e si deve convivere. Attualmente, prosegue il presidente dell’Ingv, in Italia le norme di costruzione prevedono, come primo obiettivo per l’edilizia residenziale, la salvaguardia della vita. Sarebbe opportuno, però, pensare a salvare anche le abitazioni e con esse la libertà personale che inevitabilmente viene meno quando si è sfollati. Bisognerebbe scegliere di salvare anche le radici culturali e il tessuto socio-economico. E’ un criterio di edilizia antisismica che secondo Doglioni dovrebbe essere adottato anche nel nostro Paese, dove si registrano circa 20 terremoti distruttivi ogni secolo, in Italia dovrebbero cambiare le norme tecniche di costruzione, ma questo è un discorso di carattere politico ed economico. Eppure, conclude, costruire nuove case in grado di resistere a eventi forti potrebbe avere un aumento di costo molto contenuto.
Tutte vere, le dichiarazioni di Doglioni. E anche se siamo a Carnevale, e a Carnevale ogni scherzo vale, quello che dice, il presidente di un Istituto così importante per un Paese come l’Italia, dopo le catastrofi e i terremoti come quello del 6 aprile 2009 e quelli a seguire del 2012 e 2016, dovrebbe far riflettere.