Qualche giorno fa, in Prefettura, si è tenuto il primo tavolo di confronto con banche, enti, forze dell’ordine, ed ancora oggi con Procura e antimafia. Usura e riciclaggio gli spettri che aleggiano sul territorio e in particolar modo sui territori in crisi. Da noi la crisi è strutturale e dura da quanti decenni? La Prefettura coordinerà la prevenzione di questi fenomeni condividendo informazioni e difendendo il territorio. Bene.
Nel 2019 il Sole24ore ha posto L’Aquila e Teramo, rispettivamente al terzo e quarto posto nella classifica nazionale per diffusione dell’usura, dopo Novara e Napoli. Chieti al nono e Pescara al quindicesimo. Poi c’è la mappa del gioco d’azzardo che non risparmia l’Abruzzo ed in particolar modo il capoluogo, oltre all’alta concentrazione dei grandi centri commerciali, soprattutto nel pescarese, a rischio riciclaggio.
E un’economia in crisi, gravissima crisi con un territorio impreparato che sconta il post sisma e le colonizzazioni dei cospicui contributi pubblici nei decenni scorsi, che hanno lasciato solo mega strutture fantasma e disoccupazione. Per il resto dipendenti pubblici e pensionati mentre gli studenti non sono più la nostra economia perché non siamo attrattivi.
Un territorio che non ha voluto grandi politiche di rilancio perché non ci ha voluto credere, non ha mai aperto all’esterno dopo il 6 aprile 2009 e si è accontentato di tirare a campare con le nuove rendite degli amministratori di condominio, presidenti di consorzio, incarichi e progetti di professionisti e imprese. Un tessuto economico che arranca da decenni e sopravvissuto al sisma solo grazie ai sostegni dello Stato, dai quali, non è mai nato un rilancio.
Quindi oggi si ricomincia e si ricomincia con i miliardi di garanzie che pone lo Stato per i prestiti: 400miliardi per le imprese, 50miliardi che arriveranno, 25miliardi per famiglie ed imprese dal Cura Italia, bocconi ghiotti per la criminalità organizzata e non certo per chi oggi cerca sgravi, liquidità e bancabilità, burocrazia zero, fitti e fiscalità sospesi fino a fine anno, in attesa, tuttavia, non si sa di che, perché non chiede svolte socio economiche.
Se Federalberghi, per fare un esempio, cerca l’appiglio delle maestranze e professionisti da far risiedere nelle strutture per sopravvivere, continua ad accontentarsi degli aiuti di Stato.
Non facciamo parte di una comunità che cerca vocazioni, rilancio, nuova economia, diverso approccio nella ripresa del centro storico, anche rivedendo i sostegni di Fare Centro dopo aver fatto un doveroso bilancio. Ci piace bussare alle porte, sbucciarci le nocche e tirare a campare trasversalmente, con amministrazioni di centro sinistra come con quelle di centro destra.
Ma la criminalità organizzata ci guarda. L’usura è tra noi da secoli, da quando San Bernardino da Siena, all’Aquila, predicava contro i ricchi usurai e contro il gioco d’azzardo e lo faceva nel ‘400, quando peraltro il commercio fioriva. Oggi abbiamo solo strutture ben ricostruite con i soldi dello Stato che chiuderanno i battenti, che se non chiuderanno bisognerà indagare a fondo le ragioni e capire chi paga il fitto e le spese penetrando profondamente un tessuto socio economico da monitorare sul serio perché non c’è da scherzare. Nell’ombra si muove un mondo che ci osserva che è già parte di noi e che a breve potrebbe appropriarsi di tutto ciò che trova. Nel frattempo passa oggi che viene domani, ed ogni categoria a mandare una nota al giorno per presentare le proprie priorità.