La Fondazione Carispaq ha riconsegnato oggi il Parco del Castello dell’Aquila riqualificato dopo un intervento durato circa undici mesi.
Presenti il presidente della Fondazione Carispaq Domenico Taglieri, il direttore generale dell’Acri, Associazione delle casse di risparmio e fondazioni di origine bancaria italiane, Giorgio Righetti, che hanno finanziato l’intervento per 2milioni e 100mila euro, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e la Soprintendente ai beni archeologici, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del cratere, Alessandra Vittorini.
Il primo lotto di lavori, riporta una nota stampa, ha riguardato la manutenzione dell’esistente ed in particolare i percorsi battuti, resi accessibili anche ai cittadini disabili; la sostituzione degli arredi; la piantumazione del prato e di siepi con la sistemazione delle alberature; la realizzazione di nuovi percorsi benessere adatti anche agli ipovedenti con l’installazione di attrezzature ginniche e la riqualificazione dell’impianto di illuminazione a led.
Il secondo lotto di opere invece, ha interessato la sistemazione dell’area antistante l’Auditorium del Parco, per destinarla ad ospitare eventi e spettacoli culturali ed artistici all’aperto. Qui inoltre è stato realizzato il segno del Terzo Paradiso, concepito da Michelangelo Pistoletto, artista tra i più autorevoli nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, nel 2003, e oggi al centro di un movimento globale di impegno per un mondo rinnovato. Il posizionamento di questo segno ricalca esattamente il perimetro del simbolo realizzato durante la grande performance intitolata IL TERZO PARADISO | l’ACquila che Michelangelo Pistoletto ha tenuto in città il 10 aprile 2014. Centinaia di aquilani, insieme all’artista, si sono ritrovati e hanno formato il simbolo del Terzo Paradiso con acqua – elemento naturale che rimanda alla nascita della città – e secchi da cantiere – oggetto simbolo del costruire – per dare simbolicamente vita alla terra, facendo germogliare le idee di rinascita, crescita, consapevolezza per ricreare la società del presente e gettare le basi per quella del futuro. Il Terzo Paradiso indica una prospettiva di azione attraverso l’arte: ognuno di noi è responsabile della società in cui vive. Anche tu puoi contribuire al cambiamento, già da ora.
La costruzione del Castello dell’Aquila, voluto dal viceré spagnolo Don Pedro di Toledo non solo ad reprimendam audaciam aquilanorum ma soprattutto come un’ulteriore pedina di un massiccio sistema di fortificazioni del Regno di Napoli, ebbe inizio nel 1534, periodo in cui l’artiglieria mobile a palla metallica era già piuttosto perfezionata. La piazza d’armi intorno al Castello era necessaria per avere spazio di manovra, ampia visibilità e per non dare riparo ad eventuali assalitori. Tale spazio non fu teatro di importanti eventi bellici: fu utilizzato, nel corso degli anni, per le esercitazioni militari, come foro boario e per i mercati.
Dopo il terremoto del 1915 fu utilizzato per l’impianto di una baraccopoli per i senzatetto.
Il non lungo periodo che intercorse tra il terremoto e l’approvazione del Piano Tian del 1917, volto proprio al risanamento dei danni, fu caratterizzato da un vivace dibattito sulla forma della città. L’amministrazione comunale diede incarico ad una commissione composta da alcuni notabili aquilani, tra cui Camerini, Ciarletta, Chiarizia, Tomassetti, Cerulli e Bozzelli Manieri, di redigere un programma di interventi urgenti.
Si suggerì la redazione di un Piano regolatore della città intra moenia indicandone le linee fondamentali, al fine del risanamento igienico del centro storico: un piano di sventramento che conducesse alla creazione di quattro strade in diversi punti della città (via dei Giardini, via Sallustio, via dei Merletti) e il prolungamento del Corso che, biforcandosi, avrebbe costituito da un lato una comoda via di accesso all’Ospedale civico e dall’altro un accesso verso il Castello fino alle mura della città. E’ del 1916 una proposta di Cesare Rivera (“Problemi Aquilani – La sistemazione edilizia”) che, in polemica con l’idea della nuova sistemazione viaria che il piano avrebbe consolidato, concordò solo con la sistemazione della parte terminale del Corso verso il Castello, e parlò proprio di una piazza Castello trasformata in giardino.
Nel primo piano regolatore redatto dall’ing. Tian si esplicitò la volontà dell’amministrazione di destinare l’area intorno al Castello a grande parco cittadino.
Secondo Giorgio Stockel uno dei concetti informatori del Piano regolatore Tian fu quello di creare una serie di parchi pubblici lungo le mura della città e di collegarli con ampi viali. Del resto l’ing. Tian era noto per essere un sostenitore del disegno urbano della tradizione tardo ottocentesca dei quartieri-giardino, dei parchi pubblici. Nella prima relazione tecnica a supporto del Piano regolatore, a proposito della piazza d’armi intorno al Castello, l’ing. Tian scrisse, uno dei maggiori monumenti di Aquila è il maestoso castello; l’ampio piazzale è ora deturpato dalle baracche comunali; sarebbe un vero errore costruirlo: esso deve trasformarsi con poca spesa in un Parco cittadino attorno al Castello che potrà diventare, alla fine della guerra, degna sede del Museo Aquilano di cui ho veduto vere opere d’arte affastellate in piccoli ed oscuri locali dietro il Municipio. Per la sistemazione dei piani ondulati del Parco c’è terreno di riporto in abbondanza poiché lo scarico pubblico ha ivi costituito delle vere colline alle diecine di metri. Dati i forti dislivelli non si è creduto conveniente disegnare un Giardino pubblico il cui stile armonizzasse con l’epoca di costruzione del Castello ma si propone una sistemazione a Parco naturale, con viali inclinati e scarpate verdi. Un largo viale attraversa il Parco verso il lato occidentale: esso è destinato al raccordo del Corso colla nuova via che si sta prospettando per Paganica … Via del Castello, costruita da una parte, viene allargata dall’altra e alberata, in modo da rendere decoroso tutto l’ambiente attorno al Castello. Una rotonda di “parterres” conduce all’ingresso del Castello che per la sua posizione volge le spalle alla città. Nel piano Tian del 1927/31 si può osservare la modifica del disegno della sistemazione a terra con la riproposizione del progetto dell’ing. Mario Bafile, incaricato dall’amministrazione del periodo. Quest’ultimo ritenne che la zona adiacente al piazzale dal lato ovest dovesse essere abbassata per dar maggior risalto alla visuale del Castello da Piazza Battaglione Alpini. Il castello venne così ad assumere una diversa spazialità: non sussistè più la necessità della poca visibilità del manufatto rispetto all’esterno ma, al contrario, sorse quella di conferirgli un aspetto quanto più possibile maestoso, per dare a chi venisse dal Corso una visione grandiosa dell’arte (fontana), della storia (castello), del paesaggio (Gran Sasso). Dalla parte della scarpata verso il campo sportivo l’ing. Bafile previde un viale che, tagliando a metà il bosco del littorio, collegasse la chiesetta del Crocifisso al viale di Porta Paganica, creando una passeggiata bellissima specialmente dal punto di vista panoramico verso il Gran Sasso.
Questa è la storia riportata in una nota della Fondazione, l’intervento di riqualificazione è stato realizzato dall’impresa Edilfrair Costruzioni Generali dell’Aquila.