Più che ‘modello Abruzzo’ è il ‘modello Legnini’. Perché si possono utilizzare tutti gli schemi possibili, listone con paletti alla Calenda, alleanze ampie alla Zingaretti, federazione stile Ulivo, ma se poi non hai i giocatori giusti e continui a litigare in campo la partita la perdi. Certo non sarà facile. Ma la lezione abruzzese sembra aver indicato una via. Un nuovo centrosinistra aperto al civismo è la strada da percorrere per tornare a vincere.
E’ uno stralcio di un pezzo pubblicato su La Repubblica, ripreso da Giovanni Legnini in un tweet. E’ proprio nell’aria, il risultato inatteso del candidato presidente alla Regione Abruzzo con un’ampia coalizione aperta ha rianimato i progressisti e non solo. Che tuttavia non riescono proprio a guardare negli occhi il tracollo che li sta spazzando via.
Sarà una strategia per le europee ma i civici non serviranno granché senza partiti.
Legnini da Chieti aspetta qualche chiamata da Roma, se arrivasse lascerebbe lo scranno a Pietrucci, nel frattempo da Roma si gioca la squadra del governo regionale, una partita complessa perché sul tavolo c’è la candidatura a Sindaco delle amministrative a Pescara e le europee.
La Lega traina e la rappresentanza aquilana ha già frenato le ambizioni di Guido Quintino Liris per un assessorato in quota FdI/Fitto, perché lascerebbe lo scranno a Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, il che, L’Aquila, non può proprio permetterselo.
E tornando a Legnini. Nel momento in cui Di Maio fa i conti con la sconfitta in Abruzzo e decide di aprire, di affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale e di migliorare la presenza del Governo e dei parlamentari sui territori, cioè nel momento in cui ha capito che deve strutturarsi in partito, altrimenti il M5S non sopravvivrà alla democrazia diretta, i partiti storici, suonati dalle mille tranvate elettorali, si buttano sui civici sperando di rinascere senza prima guardarsi dentro.
Oltre al successo asfaltante della Lega, ma anche di Fratelli d’Italia in provincia dell’Aquila, sono i civici che hanno fatto la differenza con il loro bagaglio personale.
Americo Di Benedetto ce l’ha fatta con Il Passo possibile. Pietrucci ha fatto tutto da solo, se avesse avuto un partito dietro avrebbe ottenuto un voto strutturato e avrebbe vinto. Pure Tinari è andato solo. Imprudente e Liris, al contrario, hanno spalmato migliaia di preferenze anche nella provincia, hanno avuto dietro degli apparati, e Liris, anche il carisma del sindaco Biondi.
L’articolo 49 della Costituzione dice che Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Un articolo fondante perso di vista di brutto mentre il Movimento 5 Stelle ci si sta avvicinando. Gli ideologi del M5Stelle e della Lega sono rispettivamente Casaleggio e Miglio, di Forza Italia Giuliano Urbani e del Pd non lo so, d’altra parte tutti i cespugli a sinistra, e gli azzurri con tutte le erbette liberiste e non so più che a destra, di questo passo rappresenteranno uno zero virgola perché non rappresentano più nessuno. Tutti studiano a tavolino solo per vincere.
Legnini fa bene a rivendicare la sua intuizione ma i civici non salveranno la vita politica a chi non sa da dove ricominciare e con quali idee, avvelenato da mille contrasti e immiserito da messaggi sbiaditi che non sono più né carne e né pesce, per non scontentare né la carne né il pesce e quindi non si capisce più cosa dicono e a chi. Dinosauri che non avranno futuro senza il coraggio di guardare alla loro storia.