Il decreto Sblocca Italia del 2014 ed il decreto attuativo pro-inceneritori del 2017, che impone un impianto anche per l’Abruzzo, potrebbero violare le normative comunitarie.
Così, in una nota, Forum H2O e Nuovo Senso Civico onlus.
Recentemente il Governo dimissionario e sconfitto ha impugnato il Piano regionale dei Rifiuti abruzzese, proprio sulla base del decreto pro-inceneritori sulla cui legittimità ha ora espresso pesanti dubbi il Tar del Lazio.
I giudici romani hanno infatti depositato una dettagliata ordinanza sul ricorso depositato dall’associazione Verdi Ambiente e Società e da Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare, per l’annullamento del decreto attuativo, valutando come fondate due eccezioni preliminari.
Sul primo punto la direttiva comunitaria mette al primo posto la riduzione, al secondo il riuso, al terzo il riciclo e solo al quarto l’incenerimento: perché il Governo fa diventare strategici solo gli inceneritori e non gli altri impianti utili per riuso e riciclo?
A 10 anni dalla Direttiva comunitaria, 98/2008, che poneva l’incenerimento al penultimo posto tra le opzioni di gestione dei rifiuti, all’ultimo le discariche, c’è ancora qualcuno, addirittura il ministro dell’Ambiente (nella foto) , che punta a nuovi inceneritori.
Sul secondo punto per i giudici amministrativi s’impongono scelte alle Regioni che non possono essere più discusse, proprio come avvenuto per l’Abruzzo che dovrebbe accettare l’inceneritore e basta. Pertanto fare la VAS solo a livello regionale, come vorrebbe il Governo, non consentirebbe di discutere sull’inceneritore, sottraendo questa scelta ad una discussione pubblica e ad una valutazione ambientale. Avevamo elaborato il surplus di emissioni derivanti dall’incremento dell’incenerimento in oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno.
La Regione Abruzzo segnali alla Corte Costituzionale il ricorso alla Corte di Giustizia Ue sulla legittimità del decreto, attendiamo con fiducia le decisioni, concludono.