Ripartenza post covid complessa, fuori dal Corso e dalle vie della cosiddetta movida. Se sul corso e dintorni sono assicurate pulizia mattutina, cestini, panchine, decoro, anche per i cantieri, zone pedonali o meno a seconda delle richieste degli esercenti, basta infilarsi in un vicolo e sembra di essere, si passi il paragone, in una zona bellica.
Tra cavi penzolanti e nuove zone rosse, parcheggi selvaggi, guide sportive contromano, cantieri in confusione e con le polveri poco bagnate e, da qualche settimana, la pisciata libera e cumuli e cumuli di bottiglie e sporcizia abbandonati per giorni. E poi il nuovo lotto dei sottoservizi che va ad interessare la grande area di risulta di via Sallustio, e la nuova mobilità, per la quale non si sa bene chi sia stato consultato e quale ne sia l’utilità né come questa si concili con chi in queste due aree ci vive e lavora anche di giorno, né come queste aree si coordinino con la mobilità degli altri rioni del centro, chi dovrà fare il permesso e chi no.
Incredibilmente, l’unica cosa che andava forse concretamente fatta, chiudere alla libera circolazione il Corso, dalla Villa ai Quattro Cantoni, ancora non c’è, sappiamo anche il perché ma meglio non scriverlo.
Inutile dilungarsi in reprimende sul comportamento di giovani o meno giovani, di questo o quell’altro, è un altro discorso e non può diventare un alibi. Quello che serve, ed è la riflessione crescente di tanti cittadini, studi, artigiani completamente affranti, è un’attenzione minima per permettere di lavorare e vivere anche fuori dalla zona “vip” del centro storico.
Minima per carità, e compatibile con le risorse delle istituzioni interessate. Non chiedono i cittadini la spazzatrice ogni mattina come ai Quattro Cantoni, ma farla passare almeno una volta alla settimana, o comunque nei giorni che si sa essere più critici, non dovrebbe essere un problema, come non dovrebbe essere un problema apporre dei cestini, almeno nelle aree con più movimento.
Si potrebbe dare una pulita ogni tanto alle polveri dei cantieri senza dover invocare ogni volta la stagione delle piogge, o garantire la pulizia dei tombini come quella fatta dopo la grandine a piazza Duomo e nelle strade di struscio ma non, ad esempio, a via Sallustio dove sono completamente otturati e un temporale può trasformarsi in tragedia da un giorno all’altro, né nelle altre strade o vicoli dove pure aquilani e studenti sono tornati a vivere e attività e bar, aperti anche di mattina, sono tornati operativi.
La situazione sta assolutamente sfuggendo di mano e sta montando un disagio che non si respirava da tempo. A Fontesecco, in via Cascina, in via Sallustio o in zona Santa Maria Paganica cominciano ad essere un pò troppi gli abitanti, in affitto ma anche con case di proprietà, molto arrabbiati e cominciano a pentirsi della scelta di essere tornati in centro.
*di Alessio Ludovici