Mario Tozzi, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico, ha preso parte questa mattina a una seduta della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica.
Ho voluto convocare in audizione il prof. Tozzi per ascoltare la voce di uno scienziato che è, per definizione, scevra da posizioni politiche e interessi particolari. Il professore ha delineato un quadro di visione a lungo termine, spiegando l’importanza di programmare adesso una gestione della risorsa idrica sempre più oculata, perché il cambiamento climatico è una realtà, i prossimi anni saranno lentamente sempre più caldi e l’acqua diventerà sempre più preziosa. Va certamente iniziato un processo di utilizzo virtuoso dell’acqua, una gestione più oculata della risorsa idrica in termini di riduzione delle dispersioni, razionalizzazione ed efficientamento dell’uso agricolo e industriale (che sono quelli che consumano più acqua) e anche cominciare a investire su infrastrutture per conservare l’acqua, osserva in una nota la presidente Sara Marcozzi.
Pensare di risolvere il problema della scarsità delle precipitazioni nevose alzando la quota degli impianti è come pensare di dimagrire facendo un buco in più alla cinta, ha detto Tozzi. Nessuno di noi lo vorrebbe ma dobbiamo fare i conti con la realtà: il clima sta cambiando ed è impossibile e dannoso pensare di poter continuare a fare in futuro tutto quello che facciamo oggi. Si sciolgono i ghiacciai, come possiamo pensare che non accadrà anche a noi. Bisogna solo capire se vogliamo farci trovare impreparati o se vogliamo pianificare sin da oggi la progressiva riconversione della montagna.
La scienza, è unanimemente concorde sulle posizioni espresse dal prof. Tozzi, ha aggiunto la Marcozzi, tuttavia, noi abruzzesi, abbiamo la fortuna di vivere in una regione ricca di acqua e allora possiamo e dobbiamo programmare gli investimenti di oggi orientandoli a quello che sarà il nostro futuro. Abbiamo tutto il tempo per non trovarci – tra qualche anno – impreparati.
A seguire il Mario Marzovilla, commercialista revisore dei conti, ha presentato alla Commissione il lavoro di analisi comparata dei bilanci delle sei società di gestione (Aca, Sasi, Saca, Ruzzo, Gsa e Cam). Come sottolineato nel corso dell’audizione, unire le forze tra i sei enti del servizio idrico è una necessità per affrontare le sfide del domani ed efficientare la gestione. A questo si somma la necessità di fare squadra per affrontare insieme e con maggiore forza le problematiche più gravi che stanno emergendo in questo momento storico, come l’incremento del costo dell’energia. Per riuscirci, bisogna fare una programmazione chiara, perseguire economie di scala, virare progressivamente alla unicità della gestione, che sia espressa in un consorzio o nella fusione delle sei società in una, utilizzando gli strumenti migliori per tutelare e uniformare il diritto all’acqua in Abruzzo, ha concluso la presidente.