Maurizio Landini della Fiom Cgil, vorrebbe vedere i giovani meno rassegnati. Ospite a Piazza Pulita ieri sera, ha commentato in questo modo il servizio su alcuni giovani laureati che non hanno sbocchi perché non hanno conoscenze, non sono nella cricca, ed anzi se conoscessero qualcuno, alcuni di loro sarebbero ben lieti di avere quell’opportunità, per giocarsi l’unica chance di un lavoro adeguato ai loro studi e capacità. Ma la gran parte di quei giovani, in effetti, è pronta ad abbandonare sogni ed aspettative per un lavoro qualsiasi, perché non ha santi in paradiso e deve tirare a campare. Secondo Landini se le cose non vanno bisogna invece ribellarsi, così come i giovani di sessant’anni fa, che si batterono per i loro diritti, scesero in piazza, e quindi le battaglie sindacali e così via discorrendo col fiume di belle parole, che mostrano quanto i dirigenti Cgil, ma anche i colleghi di altre sigle, non hanno capito che non è più questione di capitalismo, dell’operaio, e della fabbrica da 12 ore di lavoro senza pausa. Siamo oggi nel mondo delle lobby, degli affari, della finanza, dell’evasione fiscale, dei poteri forti e collusi, delle cricche e della mafia bianca che anche fosse scendi in piazza, trovi solo un enorme muro di gomma, che neanche s’arrabbia più e ti rimbalza senza fatica dritto da dove sei venuto. Per certi versi è un po’ quello che sta accadendo all’Aquila con la ricostruzione, ti puoi incazzare quanto ti pare, scendere in piazza perché le cose cambino e si punti ad una ricostruzione equa, giusta, ecosostenibile e che rispetti i lavoratori nei cantieri e per una città più bella, ma anche fosse, in piazza, ci stai giusto il tempo per capire che quando torni a casa, quei poteri trasversali, siglati sui soldi e sugli interessi, occulti e serrati sono sempre lì. Non li scalfisci. In questi decenni i sindacati hanno sempre fatto le barricate, quando gli hanno toccato tessere e lavoratori blindati, pronti però a tornare a casa, a pericolo sventato, lasciando drammaticamente indietro le centinaia di migliaia di giovani e disoccupati senza lavoro e senza difesa. Lo stimolo alla lotta all’evasione per recuperare somme da investire nella produttività, sono battaglie strette da fare 365 giorni l’anno, e non solo quando qualcuno si sveglia, e attacca l’articolo18. Diritti da salvaguardare insieme a tutti quelli di qualsiasi altro lavoratore, che non avendo la tessera, non riesce più a trovare qualcuno, disperato come lui, pronto a combattere una battaglia tosta contro i poteri forti, nella quale i sindacati, chi sa che ruolo potrebbero avere.