Sicuramente Americo Di Benedetto è un grande stratega.
Leader del Passo Possibile, persona garbata e molto preparata, sa di certo il fatto suo.
Lo ha saputo stamattina in Consiglio comunale quando ha portato il proprio gruppo a sostenere il bilancio di previsione, altrimenti non ci sarebbero stati i numeri per aprire i lavori. E senza numeri si va al voto anticipato.
Quindi per senso di responsabilità, questa la versione ufficiale, il Passo Possibile ha garantito una seduta boicottata dalla Lega, assenti consiglieri ed assessori, a parte Tiziana Del Beato che ha rotto ed ora sta nel gruppo misto, e disertata da Santangelo e Rocci di L’Aquila Futura, da D’Angelo di Benvenuto Presente, dai capigruppo De Matteis, Forza Italia e Silveri jr, gruppo misto, per lanciare messaggi chiarissimi al sindaco Biondi: come giochi tu non ci piace.
Non ci piace che Fratelli d’Italia fa come gli pare, anche sulle future tornate elettorali e non ci piace che non contiamo una mazza, né per una promozione in Regione, né per un assessorato, tantomeno per quella presidenza della terza commissione che comunque non toccava a Forza Italia.
Giochi sul filo di lana e sulla pelle di una città ignara nei quali s’è ben incastrato Di Benedetto, più incline a distinguersi dall’opposizione, in questi due anni e mezzo di mandato, che dalla maggioranza, ha commentato il capogruppo Pd Stefano Palumbo, che ha chiesto pubblicamente all’ex candidato sindaco della coalizione di centro sinistra, di scoprire le carte e fare una scelta.
Scoprirle in Regione, dove porta avanti una discreta opposizione al centro destra, sì all’Emiciclo Di Benedetto fa opposizione come in genere si fa opposizione, e scoprirle in Comune, dove in questi due anni e mezzo ha portato a casa la presidenza della commissione di garanzia, solo perché toccava a lui, senza dargli quel guizzo appassionato che pure in Regione, con il collega Legnini, sta cominciando ad accendere, e neanche lascia lo scranno comunale, perché non vuole che il gruppo faccia strategie con i vecchi compagni di partito contro l’attuale maggioranza, tenendo tutti saldamente nelle sue mani mentre continua politicamente a crescere.
Dopo la straordinaria elezione in Consiglio regionale, continua infatti a puntellare il territorio con i suoi agli usi civici di Preturo, Tempera ed Arischia, lasciandosi dietro il Pd per proseguire un viaggio che doveva compiersi: mi avete fatto la guerra, non mi avete voluto, con voi non ci sto, non gioco con chi non è leale. Facile tornare alle vecchie ruggini quelle per cui il Comune non è del centro sinistra con Di Benedetto sindaco, ma di Biondi e della sua maggioranza perché qualcuno, nel centro sinistra, non avrebbe giocato pulito.
Ed è sempre più chiara la visione di Di Benedetto, perfetto nel ruolo quasi geniale di chi la sa lunga e la sa raccontare perfino a quei giornalisti, che più d’una volta li ha convinti che il suo non è rancore. E in effetti non lo è finché non lo stuzzichi, perché è bastata la reazione del capogruppo Articolo1, Masciocco, da oggi abbiamo una nuova maggioranza, alla scelta di Di Benedetto di offrire un stampella alla maggioranza, da stimolare una replica affilata più d’un coltello. E non sarà finita qua. Il tutto per non parlare affatto della città e dei suoi problemi, almeno nelle prime due ore di seduta consiliare. La Lega troverà il modo di rientrare perché non l’ha spuntata, Di Benedetto non darà a nessuno la soddisfazione di dire sto con Biondi, perché non sta con Biondi, ma non sta di sicuro con chi dovrebbe stare. Sta come vuole stare. Non senza imbarazzo seduto tra i banchi delle minoranze a Villa Gioia, più sicuro del fatto suo in Regione, dove effettivamente fa opposizione, l’opposizione che si fa nelle normalissime dialettiche democratiche.