Le seguenti associazioni, operanti sul territorio aquilano, intendono condividere le linee generali di indirizzo contenute in questo documento con i cittadini, le associazioni e le amministrazioni, con la volontà solidale di mantenere viva l’attenzione dell’amministrazione pubblica sul degrado urbano, paesaggistico, socio culturale e ambientale presente sul territorio e con particolare riferimento alle frazioni.
Perciò ci raccogliamo attorno ad una proposta collegiale di monitoraggio e intervento, iniziando dal basso un percorso di sensibilizzazione civica sui problemi rilevati ed invitando cittadini, associazioni e movimenti a partecipare alle nostre manifestazioni ascoltando, condividendo e cooperando insieme. Questo documento vuole pertanto iniziare un percorso di progettazione partecipata, raccontando chi siamo noi e a chi ci rivolgiamo, cosa vogliamo fare, come e perché.
Le associazioni Fr.Azioni Fra.Intese, Paesi Nostri, Italia Nostra L’Aquila, condotta Slow Food L’Aquila, Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali, Pro Natura L’Aquila, Rifiuti Zero Abruzzo, Circolo Querencia, Casematte 3.32, Comitato Oltre il MUSP, AC Amiternum Onlus, Osservatorio Nord-Ovest, Archeoclub L’Aquila, Pro Loco di Coppito chiedono, a chi in questo momento si trova a vivere la città, di raccogliere l’invito.
Il degrado ambientale-urbano-paesaggistico-socioculturale, che ogni giorno viviamo, appare presente su tutto il territorio, ma in forme e tipi non sempre simili. Per questo vogliamo cominciare da un luogo in particolare: Sassa, per poi toccare altri punti significativi sul territorio.
Certo degrado è presente da anni, ma col passare del tempo è cambiato, peggiorando e aumentando di forma e tipo. In ogni parte del territorio in cui il degrado si manifesta, va considerato e affrontato nel suo contesto e condividendo le istanze locali, intervenendo successivamente con azioni a breve e lungo termine.
Iniziando da Sassa. Preme rilevare che manca qualunque forma di ascolto e partecipazione, mancando le amministrazioni ogni invito in tal senso. E così le frazioni soffrono di tutti i problemi della marginalità e dell’abbandono, amministrativo e sociale.
Manifestiamo perché ci sia maggiore attenzione e rispetto nei confronti dei problemi che vengono presentati e la volontà di essere sui territori con la disponibilità ad incontrare i residenti.
Ad oggi a Sassa riscontriamo nuove criticità, che insieme alle vecchie aumentano disagi e penalizzano il decoro urbano, la sicurezza dei cittadini, strutturale e sociale, la qualità della vita. Andando per punti, questi sono gli spazi di maggiore degrado:
Spazio abbandonato numero 1: ex-Sercom. La struttura abbandonata ed utilizzata dall’Amministrazione in parte come deposito è un “non luogo”. Vi proponiamo un tavolo di confronto permanente, partecipato e condiviso con tutta la città, per l’ex-Sercom: un’occasione di ascolto e incontro con le persone, intorno ad un grosso problema che coinvolge un’area estesa, soggetta a vincoli, con un parco paleontologico ed un’area residenziale
Spazio abbandonato numero 2: ex scuola media, Sassa Scalo. Vi proponiamo un patto di collaborazione per il recupero del giardino della ex scuola media di Sassa Scalo, il recupero della palestra agibile e una perimetrazione (realizzata dai cittadini) dell’edificio inagibile: è un polo strategico, oggi più che mai per una parte di città in cui la popolazione cresce così come cresce il disagio anche per la mancanza di uno spazio pubblico in cui fare aggregazione;
Spazio abbandonato numero 3: cimiteri. Necessitano prima di tutto di manutenzione ordinaria, tutt’altro che complessa o costosa: sfalcio dell’erba, pulizia e controllo. Da soli non riusciamo ad eseguire queste operazioni, nonostante la buona volontà di tanti cittadini;
Spazio abbandonato numero 4: Progetto Case. La mancanza da parte dell’amministrazione comunale dei periodici interventi, del controllo e della manutenzione hanno portato nell’ultimo anno a nuove forme di degrado ed alla vandalizzazione degli alloggi delle piastre evacuate. Alcuni alloggi del pian terreno di quest’ultime sono stati forzati e le porte di accesso aperte: mobili portati fuori, danneggiati o rubati. Tutto ciò a discapito del decoro e della sicurezza di chi vive nell’intorno;
Spazio abbandonato numero 5: fiume e boschi. La mancanza di una rete fognaria e di un depuratore sta causando da anni una vera e propria emergenza ambientale: sversamenti di liquami e acque nere direttamente nel fiume Rajo e nelle zone boscate delle frazioni alte. Il degrado ambientale che ne deriva ci espone tutti, la salubrità pubblica è compromessa. Inoltre espone l’amministrazione e la GSA a pesanti multe da parte della Comunità Europea.
La cantierizzazione del depuratore è rimasta bloccata presso il settore urbanistico per motivi ignoti: eppure la gara d’appalto è stata aggiudicata lo scorso anno e la ditta vincitrice ad oggi ancora non inizia i lavori;
Spazio abbandonato numero 6: la strada, via L’Aquila-Sassa e via della Stazione. Viviamo la penosa condizione della viabilità, che ormai tutti conoscono da anni, e negli ultimi mesi è ancora peggiorata. Eppure abbiamo prodotto (cittadini, CTP e associazioni), durante la precedente amministrazione, un masterplan che include una nuova viabilità, adottata anche dal preliminare del nuovo PRG. A proposito: ma che fine ha fatto il nuovo PRG? In un anno nessun amministratore ha mai accennato al nuovo Piano Regolatore Generale;
Spazio abbandonato numero 7: aree raccolta rifiuti. Appestano l’aria e offendono la vista. Queste aree vengono usate impropriamente e in continuazione: da chi non ha voglia di fare la differenziata, da chi non ha voglia di liberarsi di rifiuti speciali o ingombranti nelle sedi opportune. Abbiamo bisogno della raccolta differenziata, spinta e di maggiore controllo. Abbiamo bisogno di un’area di raccolta per gli ingombranti: circolano voci sull’intenzione di farne una nella zona Ovest. Ci aspettiamo un incontro partecipato, di condivisione e ascolto per evitare un posizionamento arbitrario, nella localizzazione, nella tipologia e nell’uso;
Spazio abbandonato numero 8: l’antenna ripetitore posta dinanzi la chiesa di San Pietro a Pagliare di Sassa, architettura del XII secolo su sito preromano, sottoposta a vincolo paesaggistico dalla Sovrintendenza;
Spazio abbandonato numero 9: il nucleo industriale di Sassa rappresenta il fallimento di quell’idea e della gestione stessa: capannoni costruiti, poi lasciati vuoti e abbandonati; strade marciapiedi- lotti privi di manutenzione; nel nucleo ci sono lotti utilizzati come depositi i materiali di ogni genere, così pure in alcune aree (vedi Foce di Sassa) della circoscrizione vengo usate come discariche abusive;
Frazioni lasciate prive di Piani di Ricostruzione e prospettive per il dopo ricostruzione: quale destino per i tessuti storici? Verranno preservati o demoliti e cancellati come già molti dicono e lasciano intendere?
Proponiamo di adottare la partecipazione, vera e autentica, come metodo privilegiato di gestione del territorio, di recupero del degrado sociale e del disagio territoriale. I metodi di pianificazione e progettazione partecipata coltivano la cultura dell’ascolto, della condivisione, dell’integrazione e della cooperazione: promuovono la fiducia, che è alla base di un rapporto interrotto da decenni. Invitiamo tutti a partecipare alla nostra manifestazione, ascoltare le nostre istanze e a condividere le nostre proposte.
Flash mob contro l’abbandono delle frazioni
10 novembre ore 11.30
Progetto Case Pagliare di Sassa