12 Feb 21

Curcio e Legnini, i progetti e le risorse

Il documento ‘Interventi di rigenerazione delle aree del terremoto’, sottoscritto dal commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016, Giovanni Legnini, e dal capo dipartimento Casa Italia, Fabrizio Curcio, illustrato qualche giorno fa alla Camera, entra nello specifico delle due schede progettuali proposte, ed avvisa della necessità che le risorse siano davvero accantonate dal Recovery fund, specificamente per la rinascita dei territori colpiti dai terremoti, naturalmente in aggiunta alle risorse straordinarie post pandemia del Recovery fund, che pure spettano ai territori terremotati, mentre  rimanda alla programmazione dei fondi strutturali, Ue 2021/2026, l’ulteriore dotazione di 2mld e 950 mln di euro.


Prima scheda. Città e borghi sicuri, sostenibili e connessi. Ipotesi di finanziamento: 1 miliardo di euro

Interventi di rigenerazione degli spazi aperti e dell’ambiente urbano.
Si tratta in particolare di interventi strutturali per la rifunzionalizzazione di spazi atti a favorire  la rinascita della vita comunitaria, come i sistemi verdi di immediata efficacia per la riduzione degli effetti del cambiamento climatico, l’illuminazione con led e fotovoltaico, sistemi tecnologici per il deflusso e il recupero dell’acqua, fino alla realizzazione di pavimentazioni stradali drenanti con uso di materiali ecocompatibili, percorsi per garantire l’accessibilità dei luoghi e degli spazi pubblici a tutte le categorie di utenti.

Interventi di ristrutturazione e ricostruzione degli edifici pubblici essenziali.
L’intervento riguarda azioni di efficientamento energetico e di mitigazione delle vulnerabilità sismiche degli edifici pubblici essenziali per favorire la rinascita di assetti insediativi e comunità. In particolare, riguarda edifici destinati all’educazione, all’istruzione ed alla formazione ed alla valorizzazione turistica, promozione sociale ed ambientale, nonché ad attività culturali e sportive, con aumento della quota di energia da fonti rinnovabili, raggiungimento dell’obiettivo del consumo di energia pari a zero (tipologia NZEB obbligatoria dal primo gennaio 2021) per le nuove costruzioni e certificazione nell’ambito dei protocolli di sostenibilità energetico ambientale.

Interventi integrati e condivisi per la mobilità e i trasporti.
Il territorio dell’Appennino centrale è ricchissimo di Parchi naturali, che coprono circa il 50% dell’area colpita dal sisma del 2016, ed è oggetto di un rinnovato e forte interesse turistico. E’ un’area dagli equilibri molto delicati, e questi interventi si rendono necessari per decongestionare e gestire il flusso turistico, con la costituzione di aree e parcheggi di scambio e la promozione di percorsi di mobilità sostenibile, anche con il supporto di sistemi digitali.

Si tratta di interventi integrati e condivisi per la mobilità e i trasporti che promuovano l’uso di veicoli elettrici e aumentino l’attrattività e la varietà di offerta del trasporto pubblico, del trasporto collettivo e della bicicletta, in relazione al miglioramento delle infrastrutture e all’aumento dell’intermodalità anche attraverso la realizzazione di hub per favorire le connessioni tra percorsi veloci e percorsi lenti. 

Interventi di realizzazione di servizi digitali (smart city).
In particolare si tratta di sistemi di gestione energetica integrata di un gruppo di edifici, borghi o di parti di città; database e piattaforma per la gestione dei dati urbani; sistemi di controllo del traffico; gestione della domanda di trasporto pubblico; rete elettrica intelligente; telefarmacia, telemedicina e teleassistenza; supporto alla pianificazione e alla prevenzione dei rischi. Si prevede la promozione del sistema IOT (Internet of things) e della infrastrutturazione digitale come investimento trasversale, destinato anche alla promozione delle attività di marketing territoriale, attraverso la costituzione di una specifica piattaforma.

Interventi di realizzazione di impianti e reti tecnologiche nelle aree urbane.
Si tratta di specifici interventi di realizzazione di sottoservizi, sistemi tecnologici per il cablaggio delle reti ed impianti di gestione delle acque, depurazione dei reflui urbani, sistemi di drenaggio di aree impermeabilizzate e raccolta delle acque piovane. In particolare, gli interventi riguardano azioni complementari e integrative rispetto a quelle della ricostruzione post sisma, assumendo una rilevanza peculiare in aree di pregio ambientale.

Interventi per sistemi centralizzati di produzione di energia e/o calore da fonti rinnovabili.
Si tratta di interventi che riguardano azioni di integrazione del sistema di produzione energetica nel sistema urbano, teleriscaldamento e teleraffrescamento; accumulo di energia su larga scala; cogenerazione (CHP; poligenerazione; accumulo termico ed energetico su scala vasta; fotovoltaico; mini-eolico; energia geotermica profonda e superficiale; recupero del calore di scarto) necessari per orientare le opere di ricostruzione post sisma verso la sostenibilità e favorire la creazione e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili con l’aggregazione e la condivisione a livello locale degli impianti di produzione di energia rinnovabile.

Seconda scheda. Rinascita economica e sociale. Ipotesi di finanziamento: 780 milioni di euro.

L’esigenza di sostenere il rafforzamento delle attività produttive, comprese quelle legate al settore agricolo e alla filiera agroalimentare, ed i progetti di avvio di impresa o di ampliamento delle attività esistenti richiede l’adozione di una misura specifica, premiale e rafforzata rispetto agli incentivi ordinari. Si prevede l’erogazione di un contributo speciale per la rigenerazione economica delle aree del sisma, integrativo rispetto ad altre eventuali misure per il sostegno agli investimenti produttivi, tramite un incentivo erogato come contributo quale forma di cofinanziamento a sostegno di progetti di investimento presentati, garantendo il maggiore regime di aiuto possibile nel rispetto della normativa comunitaria.

Legnini e Curcio

Interventi per la valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e boschive attraverso misure specifiche ed interventi aggiuntivi e caratterizzanti (creazione di associazioni fondiarie, innovazione tecnologica, formazione, integrazione tra creazione d’impresa e dinamiche sociali, ecc.) particolarmente significativi in termini di efficacia ed efficienza degli interventi. Si prevede altresì il finanziamento a progetti destinati al riuso ed al riciclo dei materiali recuperati dalle macerie (ciclo delle macerie).

Le aree del terremoto comprendono bacini culturali e contesti ambientali di grande pregio. La valorizzazione del grande patrimonio culturale ed ambientale, per il miglioramento della ricettività anche ai fini turistici, richiede la promozione di interventi integrati e rafforzati per la cultura e il turismo. Le azioni previste  puntano  a valorizzare gli elementi strategici del territorio, sui quali  innestare un processo di sviluppo finalizzato a innescare processi culturali e sociali, ridefinire l’offerta turistica, favorire l’incontro e lo scambio fra enti pubblici e privati, anche per migliorare la residenzialità degli anziani e l’assistenza, sostenere la relazione tra il mondo della ricerca e della innovazione e sostenere l’attività sul territorio delle piccole e medie imprese creative  che operano nell’ambito culturale, turistico, ambientale e sociale. Nell’ambito del sistema privato e misto pubblico- privato si sostengono in particolare progetti di ricerca, iniziative del partenariato pubblico e privato, azioni cross industries, progetti di attrazione di neo residenti e di implementazione di servizi socio assistenziali innovativi, mentre per quanto riguarda gli Enti pubblici si sostengono progetti per la creazione di nuove destinazioni turistiche e strumenti innovativi per il turismo esperienziale e la promozione di una rete di aree coworking.

Ad integrazione e rafforzamento di quanto previsto nella legge di bilancio 2021, si prevede il sostegno alla creazione ed agli oneri di funzionamento di 4 centri di ricerca universitaria, uno per ogni regione delle aree dei sismi, legati alla valorizzazione di alcune specificità territoriali in settori considerati significativi per la ripresa in ragione delle caratteristiche dei territori, con la creazione di  centri di studio, ricerca ed alta formazione per la ricostruzione, l’economia circolare, l’agroalimentare e la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale.

Interventi nelle aree terremotate con le misure generali del Recovery fund.

Sono alcuni ambiti di intervento previsti a livello nazionale che motivano una specifica attribuzione di risorse o un’estensione della relativa misura con la previsione di eventuali quote di riserva o criteri di priorità nell’assegnazione dei fondi alle aree colpite dai terremoti nell’ambito delle misure di carattere generale.

Interventi riguardanti la rigenerazione urbana e l’adeguamento sismico ed energetico.

Estensione agli edifici destinati ad attività produttive degli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico e sismico, superbonus, previsti dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, estensione temporale dei bonus al 2026 nelle aree sisma con la reintroduzione dell’obbligo di miglioramento sismico degli edifici.

I superbonus edilizi possono rappresentare un volano molto importante per accelerare la ricostruzione delle aree colpite dalle calamità naturali. L’ultima Legge di Bilancio, per giunta, conferma per le aree del cratere la possibilità di ricostruire le case inagibili utilizzando un superbonus maggiorato del 50% nei tetti di spesa in alternativa al contributo pubblico, quindi con procedure più rapide e snelle. Tuttavia i superbonus edilizi hanno dei limiti. Non sono fruibili per gli immobili produttivi, sono limitati a determinate fattispecie di intervento, e si configurano come incentivi all’attività edilizia e all’efficienza energetica, ponendo in secondo piano gli aspetti della sicurezza sismica che erano alla base del sisma bonus originario, introdotto nel 2017 dopo il terremoto, e pochissimo utilizzato.

Lo Stato concede una detrazione fiscale maggiore a chi si limita al rafforzamento sismico locale (110%), rispetto a chi migliora di una (70%) o due livelli (80%) la classificazione sismica dell’edificio. Per questo, nelle proposte per il Recovery Plan si prevede per le aree di ricostruzione, l’estensione del superbonus al 110% fino al 2026, ampliato agli edifici produttivi, reintroducendo l’obbligo di miglioramento della classe sismica dell’edificio, si legge ancora nel documento.

Riqualificazione del patrimonio abitativo di edilizia residenziale pubblica nazionale, comprendente interventi di efficientamento energetico, nonché interventi di miglioramento sismico.

Efficientamento energetico degli edifici scolastici, digitalizzazione degli ambienti di apprendimento attraverso il cablaggio interno delle scuole, in modo da favorire una progressiva riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti, un miglioramento delle classi energetiche e un incremento della sicurezza sismica degli edifici.

Realizzazione di nuove scuole mediante sostituzione edilizia di una parte del patrimonio scolastico vetusto, soprattutto nelle aree a maggior rischio sismico, incremento aree verdi, digitalizzazione degli ambienti di apprendimento attraverso il cablaggio interno delle scuole.

Interventi di rigenerazione urbana volti alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale e per il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.

Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibile. Una prima linea di intervento riguarda la ristrutturazione, efficientamento energetico e ammodernamento di strutture vetuste sede di DEA, Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, di I livello. La seconda riguarda l’adeguamento sismico e antincendio delle strutture sede di DEA di I e II livello e sede di Pronto soccorso di base; realizzazione di nuovi ospedali sede di DEA di I livello in sostituzione di ospedali vetusti.

Sicurezza antisismica dei luoghi di culto e restauro del patrimonio appartenente al Fondo Edifici di Culto dello Stato.

 

Interventi per lo sviluppo socio economico ed il rafforzamento delle infrastrutture.

Sostegno agli investimenti innovativi Pmi.
Rafforzamento della dotazione di strade, ferrovie e infrastrutture per la mobilità, da finanziare nell’ambito del PNRR nazionale o a carico della progettualità connessa all’iniziativa comunitaria 2021-27 per le aree del terremoto (2,95 miliardi di dotazione).
Interventi per la manutenzione stradale, trasporto locale sostenibile e ciclovie.
Piano nuove competenze e sostegno alla formazione tecnica superiore.
Assistenza di prossimità e telemedicina. Casa come primo luogo di cura ed assistenza domiciliare.
Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare.

Piano Nazionale Borghi e patrimonio storico rurale. Rispetto al Piano nazionale Borghi si segnala che il progetto si rivolge esclusivamente a 283 piccoli borghi ed appare pertanto importante verificare quali borghi delle aree del terremoto siano compresi nella misura e va prevista pertanto una destinazione specifica per le aree colpite dagli eventi sismici.

Turismo e cultura, con particolare attenzione alle misure Percorsi nella storia – Turismo Lento ed interventi per il miglioramento delle strutture turistico ricettive e dei servizi turistici.

Impresa verde ed economia circolare, gestione forestale sostenibile, manutenzione dei sistemi di idraulica forestale, gestione e manutenzione del territorio rurale.

Tali interventi, concludono Curcio e Legnini nel documento, non possono che essere considerati aggiuntivi e complementari rispetto a quelli relativi alla ricostruzione privata e pubblica, che come è noto sono finanziate con risorse stanziate sul bilancio dello Stato, da ultimo con la legge di Bilancio per il 2021. Non possono che essere aggiuntivi, insistono, anche rispetto alle misure di carattere generale del Recovery fund poiché, in caso contrario, le risorse previste risulterebbero chiaramente insufficienti.

E con gli investimenti sono necessarie le riforme: una regia unica per la gestione dei terremoti, con un ‘Dipartimento per le Ricostruzioni’ e un’unica normativa, ‘Codice delle Ricostruzioni’, che condensi tutte le buone pratiche sperimentate finora.