E’ un bruttissimo segnale il silenzio che proviene dal Governo sulla ricostruzione 2009.
Così il presidente di Ance L’Aquila Gianni Frattale a qualche giorno dal convegno molto partecipato che i costruttori hanno tenuto all’Aquila lo scorso 26 maggio e che ha richiamato politici e istituzioni sulle emergenze dell’edilizia e dunque dell’economia.
Oltre al presidente nazionale Gabriele Buia vi hanno preso parte tutti i maggiori vertici istituzionali e gli enti coinvolti nei processi delle ricostruzioni post sismiche, negli incentivi fiscali e nel Pnrr.
Il coordinatore della Struttura di Missione, Carlo Presenti, le cui risposte erano molto attese, nel suo intervento ha riferito di aver trasmesso a Draghi le necessità del cratere 2009 e la proposta, rispetto agli aumenti esponenziali dei costi dei materiali, di adeguare la normativa a quella voluta dal commissario Giovanni Legnini per il sisma 2016. Come noto, ricorda una nota dei costruttori, quest’ultimo con l’ordinanza 126 ha allineato i costi parametrici dei progetti e aggiornato il prezzario di riferimento ai costi attuali dei materiali, triplicati negli ultimi due anni.
Le interlocuzioni non risolutive e lo stallo in corso confermano l’evidenza, per il presidente degli imprenditori edili, che non si sente l’urgenza di questo provvedimento. E’ molto preoccupante che la ricostruzione 2009 non sia nelle priorità di questo Governo, nato per altri obiettivi e impantanato tra contraddizioni europee e concessioni balneari.
E’ forte il rischio che il territorio debba rassegnarsi ad una ricostruzione a metà che non è riuscita a penetrare nelle periferie del cratere e nelle frazioni e che queste impiegheranno altri decenni, a questi ritmi decisionali, per cancellare i segni del sisma.
Pur avendo numerose opportunità di lavoro su altri strumenti come il Super bonus 110% ed il Pnrr, questa sarebbe per gli imprenditori una missione moralmente mancata, come cittadini oltre che come costruttori. Per questo – è l’appello di Frattale – vogliamo richiamare l’attenzione della comunità, delle istituzioni ma soprattutto di tutti i parlamentari eletti in Abruzzo su un ostacolo che potrebbe esserci fatale: l’adeguamento immediato, senza ulteriori indugi, della scheda parametrica ai costi attuali. Non può essere giustificativa, a tal proposito, la diversa gestione dei due sismi. La volontà è solo politica.
I buoni contributo che vengono emessi dagli Uffici speciali della ricostruzione, ormai coprono sì e no due terzi dei costi correnti. Nessun imprenditore può permettersi di alzare una gru con compensi tanto irreali.
Il fenomeno del fermo dei cantieri da parte delle imprese, per giusta causa, dovuta ai rincari improvvisi, è già legittimamente in corso da mesi e i decisori ultimi, nonostante questo, stanno perdendo tempo.
Altra partita importante, conclude il presidente di Ance L’Aquila, è la proroga di un anno del Super bonus 110%, partito con un anno e mezzo di ritardo a causa di incertezze e aggiustamenti. Uno strumento, peraltro, con cui si sta tentando di compensare parzialmente il mancato adeguamento dei costi parametrici. Non ultimo il problema del prezzario regionale ancora in corso di adeguamento. Su questi temi si gioca il futuro del cratere e della nostra economia.
E’ responsabilità dei nostri rappresentanti politici agire presso il Governo con una pressione compatta e decisa che riesca a superare, in nome del territorio, e una volta per tutte, anche le annose divisioni partitiche, per fermare la fuga dai cantieri e rimettere in pista una ricostruzione ormai deragliata.