Tutti i finanziamenti leciti ai partiti sono segreti. E’ un codicillo del Rosatellum che per Peter Gomez aprirà la strada ad una tangentopoli diffusa, nessuna parte politica prenderà il 40 42%, saranno quindi cinque anni di leggi e normative mercanteggiate e la desertificazione sarà compiuta. La politica ha predato posti sicuri, big e fedelissimi catapultati ovunque fosse utile farcela mentre la nomenclatura ha affondato le grinfie sui germogli di nuove formazioni, per sistemare collaboratori e servitori facendo definitivamente fuori i territori. Avevano fatto fuori gli elettori, ora tocca ai candidati espressione di quei territori. Serve gente fedele per sicuri governissimi dalle larghe intese, visto che il Rosatellum non regalerà maggioranze assolute, quindi niente traditori. E collegi da giocare per chi non ha più nulla da perdere come l’ex sindaco Cialente, all’uninominale per il Senato. La gente non ha ancora capito come funziona la nuova legge elettorale, mentre nei partiti si fa a chi comanda di più. La linea renziana nel Pd, ha fatto fuori ogni aspirazione degli orlandiani a seggi sicuri spettanti, Cuperlo s’è defilato, e nella logica spartitoria del Rosatellum la Boschi nel Trentino è tutto dire, dice che imparerà il tedesco, il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, ha rifiutato un posto a Pavia, e pure Forza Italia ha fatto fuori le appartenenze ai luoghi. Trinciate. E mentre le pedine si collocano, la realtà dell’astensionismo si fa più pesante tra i giovani, a cui s’è rivolto Mattarella nel discorso di fine anno, che andranno a votare per la prima volta, con leader nuovi come Meloni, Salvini e Di Maio, bisognerà capire quanta presa avranno su di loro, quale effetto avrà l’ex giovane Renzi, il 70% dei giovanissimi potrebbe restare a casa, nelle ultime elezioni il dato generale sulla partecipazione è sceso sotto il 50%. Al referendum costituzionale del 4 dicembre votò invece il 70% degli italiani, ma evidentemente la politica proprio non vuole fare due più due. Il voto si potrà dare con una croce sul simbolo o sul nome dei candidati agli uninominali, segnarne uno del listino bloccato, col proporzionale, annullerebbe la scheda e non è permesso il voto disgiunto. La conta nelle coalizioni è iniziata con le candidature e proseguirà dopo il 4 marzo e nei mesi a seguire.