La vicenda aquilana di Palazzo Federici, storico palazzo del Capoluogo su cui da mesi è incentrata una diatriba correlata alla tentata coattiva acquisizione dell’immobile da parte del Ministero della Cultura, suscita una doverosa riflessione, non sullo scopo, da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali di insediare in loco i propri uffici, ma sulla eventualità, piuttosto concreta, che al piano terra dell’edificio non possa trovare ricollocazione un certo numero di esercizi commerciali ivi presenti prima del sisma del 2009 a motivo di una probabile diversa destinazione d’uso.
Tali attività commerciali, i cui titolari hanno sempre avuto in animo di rientrare nelle loro storiche sedi ante sisma, disponibili ad investire ancora una volta, pur avendo sostenuto spese non indifferenti per trovare una ricollocazione adeguata dopo il terremoto pur di contribuire alla rivitalizzazione del cuore della loro città, non avrebbero così la possibilità di tornare ad animare con la loro presenza uno spazio che sicuramente avrebbe un ruolo fondamentale nella rivitalizzazione del nostro centro.
Il centro storico dell’Aquila ha avuto sempre, prima del sisma, la connotazione, estremamente funzionale ed attrattiva, di centro commerciale naturale ove ai negozi presenti, circa un migliaio, si affiancava il mercato giornaliero plurisecolare di Piazza del Duomo, in un sistema integrato di polifunzionalità e di aggregazione il cui ruolo è insostituibile per gli aquilani in quanto parte essenziale della storia stessa e della vita della nostra Città.
Sottrarre alla ricostituzione di tale sistema, cui da anni aspirano l’amministrazione comunale, che sta lavorando per il ritorno del mercato in piazza Duomo in collaborazione con Confcommercio, gli operatori commerciali e la cittadinanza stessa, spazi essenziali senza i quali sarebbe impossibile restituire al cuore cittadino il ruolo di aggregazione e di attività, significherebbe ostacolare non solo la rivitalizzazione del centro città, ma anche la piena ripresa dell’economia del Capoluogo che non può prescindere dalla interazione tra commercio e turismo.
Siamo convinti che la presenza di uffici pubblici e privati in centro sia un elemento di forte attrazione per la ricostituzione del tessuto socio-economico aquilano, motivo per il quale difatti accogliamo con estremo favore la notizia del ritorno, a breve, della Camera di Commercio nelle storiche sedi di Corso Vittorio Emanuele, ma riteniamo che gli spazi destinati al commercio prima del sisma debbano ritornare alla loro originaria destinazione, per ospitare sia le attività produttive preesistenti che i nuovi progetti imprenditoriali ai quali bisogna fornire opportunità e valide prospettive nell’ottica di “un centro storico che non può risorgere del tutto senza un’anima commerciale.
- *Il presidente Alberto Capretti