L’Unesco ha nominato Milano città creativa per la letteratura. La designazione è arrivata il 31 ottobre scorso a Parigi, dove l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ha aggiunto 64 nuove città al network delle Città creative, rete di luoghi che credono nella creatività e nella cultura come motori innovativi di un’economia condivisa e sostenibile. Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, vede nel titolo un nuovo tassello che rende Milano ancora più aperta al mondo. Sede di almeno 500 editori, il 13% del mercato, del 12% delle librerie e di oltre 200 biblioteche, conta la fiera dell’editoria Tempo di Libri e BookCity, in programma dal 16 al 19 novembre con oltre 2mila ospiti. È la prima volta che una città italiana riceve una nomina per la letteratura, finora erano entrate nel circuito Roma per il cinema, Fabriano per l’artigianato, Torino per il design, Bologna per la musica e Parma per la gastronomia. Hanno ottenuto il titolo di città creativa con Milano, anche Alba, Cuneo, per la gastronomia, grazie al tartufo, al vino e alle nocciole per cui il centro piemontese è famoso; Carrara per l’artigiano ed il marmo, e Pesaro per la musica, in vista delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte di Gioacchino Rossini, 1792-1868.
Con Milano, per la letteratura, entrano la città di Bucheon, Corea; Durban Sudafrica; Lillehammer Norvegia; Manchester Gran Bretagna; Québec City Canada; Seattle Usa ed Utrecht Paesi Bassi.
La rete delle città creative Unesco, nata nel 2004, conta ora centottanta identità di settantadue Paesi. Con diciannove nuovi centri provenienti da Paesi non precedentemente rappresentati nella rete e nove città africane che entrano nel circuito, ha spiegato Irina Bokova, direttore generale Unesco, dando l’annuncio delle nuove designazioni qualche giorno fa.
Un qualcosa di veramente incredibile a cui credo che L’Aquila debba perlomeno aspirare per tentare di far parte di una rete di condivisione culturale mondiale, come motore economico e luogo di condivisione e crescita da cui superare i nostri limiti. Perché ne abbiamo tanti, di limiti.