16 Dic 22

Città creative, farsi conoscere e contare

La pandemia ha colpito il settore creativo e culturale in maniera violentissima: pensiamo alle difficoltà del cinema rispetto allo streaming, un intero settore che deve ripensare modalità di fruizione e modelli produttivi e di business. Fenomeni come lo smart working e la sua declinazione territoriale italiana definita come “south working”, possono rappresentare una controspinta positiva per le aree interne, che godono di costi inferiori e migliore qualità della vita rispetto a molte metropoli: ma non dobbiamo dimenticarci che i piccoli centri vengono da anni di declino e disinvestimento, che hanno lasciato il segno in termini di connettività, servizi amministrativi, rete sanitaria.

Cosa implica questo? Che nella grande ridistribuzione dei flussi di lavoro, conoscenza e capitale determinata dalla pandemia, non è scontato che i guai delle metropoli si trasformino in opportunità per le città piccole e medie. Senza scelte esplicite, che ridistribuiscano almeno una parte delle risorse risucchiate dalla periferia verso il centro in questi anni, il rischio è che il post-pandemia si risolva in uno scontro per la supremazia tra le metropoli in difficoltà.

Così Vittorio Salmoni, responsabile di Fabriano Città Creativa Unesco e coordinatore nazionale delle Città Italiane UCCN, Unesco Creative Cities Network, in un dialogo con AgCult di qualche tempo fa, per fare il punto sulla rete delle Città Creative che comunque ancora non riescono a raggiungere livelli importanti di rete e di diffusione oltre gli ambiti locali, nonostante il network mondiale abbia proprio lo scopo di condividere e diffondere nella rete di 295 città di 92 Paesi, progetti e ingegno creativo, su sette settori strategici: Arti Digitali, Artigianato e Arte popolare, Design, Film, Gastronomia, Letteratura, Musica.

L’Italia ha tredici rappresentanti tra cui Bologna, prima città italiana entrata a far parte della rete nel 2006, Roma, Milano e Torino, ma anche Fabriano, Carrara, Biella, Alba, Parma, Bergamo, Pesaro e le ultime due – Modena e Como – nominate nel 2021.

Per Fabriano è una grande opportunità di crescita e di conoscenza far parte del network UCCN; una cittadina marchigiana profondamente inserita nel suo territorio – con una storia di laboriosità, di manualità, di cultura contadina ed artigiana che riesce a portare il suo contributo in uno scambio fruttuoso con città più grandi, blasonate e famose, a livello nazionale e internazionale – interpreta pienamente lo spirito della Rete Unesco e ne trae vantaggi per la propria prospettiva di sviluppo, spiegava Salmoni.

Il problema è riuscire a contare e a farsi conoscere.

Torno con la mente a San Ginesio, aggiungeva, che le Città Creative hanno eletto a laboratorio sperimentale. Fondazione Merloni, Fondazione Vodafone e tanti altri partner privati, con il progetto RINASCO / SAVE THE APPS, hanno dotato il borgo di un punto di telemedicina, di un sistema di home sharing per generare nuova ricettività dalle seconde case, di una rete di sensori per garantire la sicurezza in caso di nuove catastrofi naturali. Hanno attrezzato un borgo, e le comunità circostanti, per essere resilienti e attrattivi, accostandosi alle opportunità dell’industria 4.0: la tecnologia come personalizzazione, la remotizzazione, i Big Data.

 Servono decisioni politiche e imprenditoriali che rendano più policentrico, e di conseguenza resiliente, il modello di sviluppo di questi anni.

Per quanto riguarda il Network delle Città Creative si è registrato un massiccio ampliamento con l’ingresso di altre 47 città che hanno reso ormai stabile il dato di una prevalente presenza di città medie e piccole, confermando l’analisi che queste hanno una maggiore capacità di aderire alla struttura concettuale e organizzativa di UCCN, alla tipologia dei progetti che vengono lanciati, alla formazione di politiche urbane, allo scambio di cultural cases.

Purtroppo non sono stati ancora impostati, da parte del Segretariato Unesco, studi su campioni significativi per misurare e comparare la capacità in termini di produzione culturale, di generazione di talenti o produzione di attrattività di città di diversa dimensione.

 

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