23 Dic 21

Chiese, l’assenza cronica di verità vera

Di nuovo le festività col cuore gonfio di ansia per la pandemia, più di un amico a casa col virus e una preoccupazione generale per cui non è ancora tempo di normalità e non si può abbassare la guardia perché non è affatto finita, neanche col vaccino. La città ci prova, addobbi e luminarie, musiche per le strade e i locali che sperando di incassare, tutti con lo sguardo avanti, con quel minimo di fiducia recuperata dal fondo più fondo dell’anima, per sperare sempre che qualcosa di migliore possa arrivare.

E ci riproviamo, sono quasi 13 anni che non molliamo, un tempo tuttavia enorme per gli spettri delle chiese più importanti.

Collemaggio con le natività è bellissima, da passarci ogni sera per ammirarla, per la notte del 24 dicembre del 2009 furono messi in sicurezza i crolli per celebrarvi la messa, un piccolo regalo di pace e di normalità, da allora sembrano passati cinquant’anni tant’è bella, riqualificata grazie alla sponsorizzazione di Eni e alla volontà di ferro dell’allora assessore Vladimiro Placidi, che superò tutti gli scogli burocratici per favorire l’accordo e così, solo così, si fecero i lavori. San Bernardino è tornata a vivere grazie al Monte Paschi di Siena e le Anime Sante grazie alla Francia, come pure Palazzo Ardinghelli, che ospita oggi il MAXXI – L’Aquila, grazie all’impegno russo.

Che fine ha fatto lo Stato che riesce a convivere, proprio lì, a Santa Maria Paganica, con lo spettro di una chiesa tra le più amate, nonostante i 13 anni trascorsi e i fondi disponibili nelle casse?
A leggere i numeri sul sito dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, la gran parte dovrebbe finire i lavori tra aprile e giugno 2022, si parla di lotti, ma i lavori non sono proprio iniziati né a Santa Maria Paganica, né alla cattedrale di San Massimo, neanche a San Marco o a Santa Giusta; c’è il secondo lotto di Santa Chiara, e il terzo dei Gesuiti dato per finito nell’aprile del 2023, ma non è un cronoprogramma vero, solo i soliti dati ricevuti dai ministeriali dei beni culturali.

Sulle chiese e sul patrimonio culturale continua a registrarsi l’assenza cronica di verità vera, il continuo giocherellare al gioco delle tre carte tra lavori veri di riqualificazione mai avviati, progettazioni che ci sono ma non ci sono e messe in sicurezza collaudate ben 13 anni fa, manca un cronoprogramma reale con progettazioni, lavori da avviare, tempi e risorse disponibili. Mancano le responsabilità: chi se le assume?