La Sovrintendenza rassicura sulle demolizioni in via Fortebraccio, erano cementi armati incongrui da eliminare, ma chi sa cosa ne sarà dopo ed è difficile intervenire sulle scelte del progettista o dell’architetto, non avendo il Comune stabilito regole ferree per recuperare l’antica pianta medievale, eliminando l’urbanistica pessima degli ultimi decenni. Anche le chiese per la gran parte sono da rifare. Qualcuno vorrebbe ragionare su quella di Santa Maria Paganica sventrata dai disastrosi crolli di quella notte perché non è detto sia un bene ricostruirla com’era, con un falso storico. Si potrebbe scegliere di lasciarla così, come le rovine di Igreja Do Carmo, la chiesa del Carmine a Lisbona, distrutta dal terremoto del 1775 o come la cattedrale di Port au Prince ad Haiti, crollata col sisma di qualche anno fa, e recuperata a nuova vita con mostre e mercati senza ricostruirla. Entrambe vivissime tra le rovine a memoria della storia. L’Aquila dovrebbe attrezzarsi a questo tipo di dibattito. Domani alle ore 11 apre il MUNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo che troverà nuova sede nell’ex Mattatoio comunale, ristrutturato e ripensato per questa nuova funzione. Un evento di elevato valore simbolico, scrive l’ufficio stampa Mibact, a cui parteciperà il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. Organizzano anche bus dalla Tiburtina, per i giornalisti che volessero partecipare. Interverrà il sindaco, il governatore D’Alfonso e il vescovo Petrocchi, il segretario generale Mibact, Antonia Pasqua Recchia e Lucia Arbace, direttore del Polo museale d’Abruzzo. In questi ultimi mesi la città sta ritrovando un certo fermento con mostre, iniziative, luoghi ed eventi interessanti come quelli di Kiasma, associazione che propone anche un museo web ed un luogo d’incontro nella Casa Museum nata in questi anni del post terremoto. Realtà che lavorano sul tessuto socio culturale di una città che ancora non vanta un vero progetto di riqualificazione. Qualcosa che faccia la differenza architettonica nel XXI secolo, che ne segni la storia e che faccia la storia, anche con le rovine. Cantieri ce ne sono, ma come in tantissime altre città dove si costruisce.