In centro storico la polvere dei cantieri rende l’aria irrespirabile. La situazione peggiora ogni giorno di più e quelle strade bianche dicono solo che le prescrizioni ordinate dal sindaco Cialente il 19 aprile scorso restano lettera morta. Con la gola subito arsa e la lingua impastata si capisce bene che le aree non sono affatto innaffiate o lavate, gli stoccaggi dei materiali avvengono senza alcun problema, teli antipolvere di idonea altezza e che schermino l’aria al 90% non se ne vedono. Cassoni con inerti innaffiati, teli a schermare i cantieri nelle demolizioni, un libro dei sogni perché l’aria nel centro storico è assolutamente bianca, come le strade, e irrespirabile. Massimo Cialente dovrebbe tutelare la salute pubblica delle persone, ed ha previsto solo 500 euro di sanzione, che dovrebbero comminare i Vigli urbani, a caccia di chi nei cantieri non rispetterebbe le regole. A parte l’esiguità della multa, che dovrebbe pagare gente che con la ricostruzione guadagna miliardi di euro, vorremmo capire come fa un vigile a contestare eventuali inadempienze e in base a quali criteri. Cosa respiriamo ogni giorno non lo sa nessuno perché la qualità dell’aria in centro storico, come nelle periferie, non è sottoposta a controlli e monitoraggi continui e straordinari, potrebbe farlo l’Arta, l’Agenzia regionale di tutela dell’ambiente, ma Cialente non lo ha ritenuto necessario. Ha risolto con 500 euro. Ogni volta che si organizza un evento, una manifestazione, un concerto, i cittadini girano per il centro e con loro i bambini, ci sono i residenti, qualche commerciante ed esercente, chi va in quei pochi uffici riaperti, l’aria è irrespirabile e non sappiamo a quale livello perché Cialente evita di scoprirlo. Nessuno sta tutelando la salute degli aquilani, delle maestranze che lavorano in questi cantieri, e di chiunque transiti intorno alla ricostruzione, viviamo come capita, tiriamo a campare in quell’inferno di polvere che di certo ha superato i limiti di legge. E non c’è norma che tuteli dall’incapacità cronica di taluni amministratori, che non pagano mai per la loro incuria.