L’appello agli aquilani del presidente uscente Carlo Benedetti è di un voto da concentrare su chi conosce la macchina amministrativa e ci mette il cuore. Per muovere una virgola dentro il Comune dell’Aquila ci vogliono anni e non è detto che si muova, ci sono posizioni di rendita, ducati in mano ai dirigenti da decenni e i poteri delle spa nella logica spartitoria dei vincitori. Per cui da quel momento in poi diventa cosa loro. Un Consiglio comunale è trincea pura, tante rabbie, pochi soldi per i gettoni, la gente che ti assedia, difficoltà infinite nel cambiare tanti assetti tra dipendenti e tecnici, che troppo spesso fanno come credono e mettono a giro la politica, quella che entra spocchiosa o peggio, connivente, ed è da lì che la città resta fuori la porta. Io non ci dormirei la notte, avrei le mani gelate, non saprei che pesci prendere, mi preoccuperei di entrare e non capire subito dove intervenire, di chi potermi fidare. L’insoddisfazione del presidente Benedetti sul Masterplan, il disagio per il ponte sulla Mausonia o la frustrazione per il declassamento ospedaliero del capoluogo, sono tutti figli di un patrigno, Cialente, che da solo, ha voluto fare il bello ed il cattivo tempo su questa città. Non ha preteso una Giunta all’altezza del momento storico, hanno ristravinto le logiche spartitorie, non ha destrutturato il potere dei colletti bianchi, i vicinissimi cercarono di farglielo capire fin dal 2007, non volle dargli ascolto ed eccoci qua. E’ una campagna elettorale light, a zero contenuti, poi però ci saranno i fatti da fare, occupazione, Progetto case, debiti, infrastrutture, pianificazione, sanità, chi sa quanti dell’esercito degli 800 o dei fantastici 7 candidati sindaci pronti a cambiare la città, saprebbero spiegare nel concreto di che parliamo. Si potrebbe partire dall’impegno vero che vuol dire, dopo la foto bella dei manifesti, impegnarsi e studiare le carte, farsele spiegare, partecipare ai Consigli attivamente, non solo con la presenza e darsi da fare nonostante i quattro soldi presi, per condividere, davvero, con trasparenza, ogni scelta con la città. Sarebbe già il top e costerebbe tantissima fatica con zero riscontri immediati, perché poi alla gente non gli basta mai.