02 Lug 20

Botteghe storiche nel piano commercio

La Giunta può individuare, d’ufficio o su richiesta degli interessati, le attività presenti nel centro storico dell’Aquila alle quali riconoscere il titolo di Bottega storica.
Per i 50 anni di attività; per tradizione e cultura del luogo o legami alla storia della città; oppure per motivi di particolare pregio architettonico e degli arredi funzionali all’attività.

Il Comune conferisce alle Botteghe storiche una targa contenente lo stemma civico ed idonea dicitura, di bronzo per attività operanti da almeno 50 anni, laminata in argento per attività operanti da almeno 75 anni e in oro per attività operanti da almeno 100 anni. Copia della targa, a cura dell’interessato, può essere collocata sulla vetrina o sulla porta d’ingresso, esente dalla tassa di pubblicità. Ai titolari delle Botteghe storiche l’amministrazione potrà riconoscere incentivi e agevolazioni sui tributi locali da prevedere nei relativi Regolamenti comunali.

E’ la parte del Piano del commercio dedicata al centro storico che potrebbe andare in Aula già nella seduta del 14 luglio, alla presenza di dirigenti e commercianti. Un regolamento in tre capi e 18 articoli che dovrebbe puntare alla cura privilegiata del commercio nei centri storici del capoluogo e delle frazioni. Privilegiata rispetto alla grande e media distribuzione, ma serve coraggio.

Partirà una verifica sulle arterie critiche e sulle strutture attuali e rispettivi titoli, edilizi ed urbanistici, che non saranno messi in discussione ma bisognerà mettersi in regola, peraltro la Giunta dovrà individuare il numero delle arterie più intasate. Una novità è lo studio sull’impatto che avrà una media struttura, che dovrà fornire il privato che vuole insediarsi, sarà valutato da una Conferenza di servizi interna, nominata dalla Giunta, che potrà dare parere favorevole o contrario, e prescrizioni vincolanti.

Il Piano prevede medie strutture inferiori, comprese fra 250 e 600 metri quadrati, per le quali non occorre lo studio sull’impatto, e medie strutture maggiori, comprese fra 600 e 2.500 metri quadrati, per le quali, in alcune aree, come nel precedente Piano commercio del 2002, non possono essere insediate attività superiori a 400 mq di superficie commerciale e comunque, nelle more dell’adozione della nuova pianificazione urbanistica non è consentita la modifica in commerciale delle diverse destinazioni previste per attrezzature generali ai sensi dell’ art. 31 della NTA del Piano regolatore salvo che si tratti del riutilizzo di contenitori già esistenti suscettibili di recupero, si legge nella relazione che accompagna il Regolamento. Un passaggio spinoso, considerato che per attrezzature generali s’intende tra le altre culturali, ricettive, direzionali, commerciali e ricreative e l’articolo 31 prevede la possibilità di variarle dall’una all’altra col voto del Consiglio comunale, purché si dimostri l’interesse generale, dunque un Regolamento non può modificare una Norma di Piano regolatore, bisognerà portare un nuovo Piano regolatore, non si scappa.

Uno strumento innovativo e opposto alle dinamiche edificatorie degli anni settanta, che non potrà limitarsi ai metri quadrati per abitante ma dovrà sancire delle scelte politiche ben precise. Si vuole favorire la media distribuzione sul direzionale? Oppure investire nei centri storici rilanciando quartieri e Quarti, tradizioni e artigianato, botteghe storiche e non, che hanno fatto la storia della città? Quali sono gli impatti della misura Fare Centro, lo sappiamo? 

Per i centri storici resta salvo il divieto di insediare alcune attività con l’obbligo per gli esercenti di mantenere adeguati standard di decoro anche nel caso in cui avessero locali sfitti; sono stati stabiliti anche i requisiti minimi, in termini di superficie utile, di altezze interne e di dotazioni igieniche, per la somministrazione di alimenti e bevande e comunque la somministrazione su area pubblica o privata ad uso pubblico è soggetta a concessione rilasciata dal Comune in conformità ad apposito disciplinare.

Nuovi criteri anche per la concessione del suolo pubblico per aprire chioschi per somministrare alimenti e bevande, edicole e rivendite di fiori nelle adiacenze dei cimiteri con una durata della concessione non superiore a 12 anni e inferiore a 6 anni che dovrà essere riportata nel titolo concessorio. Tutte regole a cui andrà data un’impronta politica, la Giunta vuole sostenere gli esercizi di vicinato e sicuramente i centri storici a cui va data un’identità. Più forte. E l’idea delle Botteghe storiche può essere una buona intuizione da sviluppare.