18 Dic 18

Usi civici: “Per l’hotel Cristallo il triplo”

Ci dispiace che il nostro accorato comunicato sia stato interpretato come un attacco, ma sinora nulla è stato fatto se non le richieste riguardanti, la rimodulazione di 150mila euro di fondi Cipe per il famoso studio da appaltare a cinque esperti, ed il trasferimento di 8milioni di euro per i lavori alle infrastrutture del Centro turistico del Gran Sasso. Replica così, l’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Assergi, alla nota del sindaco Biondi.
Visto che siamo ‘distratti’, scrive, torniamo sull’argomento, cominciando da pagina 14 dello studio Invitalia e dalle famose 10mila presenze giornaliere da Lei tirate in ballo.
Tale cifra compare solo nella parte descrittiva dell’elaborato, da uno studio più attento delle tavole previsionali, possiamo affermare che, se il Piano fosse stato eseguito nella sua interezza e nei tempi previsti, 10 anni a partire dal 2015, nel 2024 avremmo avuto circa 155mila primi passaggi invernali e 90mila estivi.
Quest’ultime cifre
, riferite ai primi passaggi, per arrivare ad un dato confrontabile con il suo, devono essere divise per 100, la media delle giornate invernali utili, e per 60, la media delle giornate utili estive, dato che probabilmente è stato sottostimato per una serie di considerazioni che teniamo per buone.
Da ciò si ricava che i primi passaggi giornalieri per la stagione invernale, nel 2024, data di riferimento dell’ipotetico termine del piano di investimenti, sui quali ovviamente già siamo in notevole ritardo, avrebbero potuto essere circa 1.500 sia per la stagione invernale che per quella estiva e non 10mila come indicato nella parte descrittiva del Piano e da Voi riportato.
Probabilmente anche lei è stato un po’ distratto.
Vogliamo portarle poi un esempio semplice ed immediato, la ristrutturazione dell’hotel Cristallo.

Hotel Cristallo

Nel Piano industriale del Centro turistico, la somma prevista per i lavori era di 350mila euro, cifra abbastanza congrua per una struttura complessivamente in buono stato. Mentre la nuova previsione di spesa determinata dal progetto esecutivo in corso di redazione, è quasi triplicata, 950mila euro, facendo presupporre una struttura molto degradata.
Ci chiediamo allora come sia possibile organizzare nella stessa struttura ricettiva il veglione di fine anno con presenze stimate in circa mille unità. Delle due l’una: o l’immobile è così malconcio o, ad essere errata, è la nuova previsione di spesa. Sovrastimata?
Caro Sindaco, la nostra preoccupazione è che il nuovo Piano redatto su basi scientifiche, sia l’alibi o lo spunto per non realizzare parte delle infrastrutture e degli impianti previsti nel Piano d’Area, ritenuti essenziali dal presidente Lolli e dall’amministratore unico del Centro turistico Pignatelli.

Le risposte devono invece essere chiare:

Quando si farà il collegamento Fossa di Paganica Scindarella?
Quando si farà il collegamento Fossa di Paganica-Montecristo?Quando si farà il nuovo impianto di Montecristo Sud?
Quali i tempi di progettazione, appalto ed esecuzione dell’albergo di Campo Imperatore e delle altre opere infrastrutturali?
Se si dovesse veramente appaltare un nuovo studio quali sarebbero i tempi di realizzazione?
Chiedevamo e chiediamo certezze per il nostro territorio, evidenziando l’inutilità del solito ed ulteriore piano strategico, tipico di ogni amministrazione che cambia, da almeno vent’anni ad oggi.

                                                                                          

Biondi: “Chi ha letto il Piano Invitalia?”

La nota diramata dall’Amministrazione separata dei Beni di Uso civico di Assergi sullo sviluppo del Gran Sasso è un insieme di castronerie così macroscopiche tali da far pensare che l’estensore del comunicato abbia vissuto negli ultimi dieci anni sulla riva del mare in un’isola deserta. Lo dichiara in una nota il sindaco Pierluigi Biondi.

Pierluigi Biondi

Così come sembra che lo stesso, o gli stessi, non abbiano letto il Piano di Invitalia che in alcuni passaggi è a dir poco mirabolante, aggiunge. In quel documento si parla ad esempio, di una stima di 10mila arrivi giornalieri, quando anche il meno informato delle questioni della montagna aquilana sa che la portata giornaliera della funivia è di circa 1500 persone. Un altro esempio: il piano Invitalia quantifica in 2milioni la somma per i lavori di recupero dello storico albergo, a fronte di una necessità effettiva di 3,8 milioni, quasi il doppio. Considerando che tutto lo studio individua in 41,5 milioni le risorse pubbliche complessive necessarie per il rilancio della montagna aquilana, è del tutto evidente che a una stima puntuale ne potrebbero servire molti di più.
Ed è proprio per questo motivo che è necessario uno studio nuovo che metta a punto, integri e superi il piano Invitalia che nulla diceva e nulla stabiliva rispetto a un piano di marketing e comunicazione. Nulla diceva rispetto al sistema dei vincoli, sottolineava in una sezione apposita le cose ancora da fare, come l’avviso per l’individuazione di soggetti privati potenzialmente interessati a investire o la definizione di uno studio di fattibilità su cui costruire un bando europeo per tale scopo e le modalità di reperimento delle risorse pubbliche ancora a oggi mancanti.
Giova ricordare, dichiara ancora il primo cittadino, al disinformato estensore dell’articolo dell’Asbuc che il sottoscritto già da tre mesi ha inoltrato alla Struttura tecnica di missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la richiesta di trasferimento di ulteriori 8 milioni proprio per completare le infrastrutture per cui c’è già la progettazione in itinere e che mostrano, allo stato attuale, sensibile carenza di risorse. Mi riferisco, in particolare, al già citato albergo, al completamento dei lavori per l’Ostello e l’hotel Cristallo, alla sistemazione del parcheggio di Campo Imperatore, alla ristrutturazione del tunnel che collega funivia e piste da sci e alla realizzazione dei sottoservizi. Come al solito, conclude Biondi, sulla montagna c’è chi chiacchiera e chi fa i fatti.

 

Usi civici Assergi: “Chiuderemo tutti”

La notizia della rimodulazione di 150mila euro di fondi Cipe, destinati al Piano industriale del Centro turistico del Gran Sasso per le opere dallo stesso piano indicate, al fine di commissionare ad un non precisato ‘gruppo di esperti’ un nuovo studio di fattibilità, il ventesimo in 15 anni, e senza nemmeno indicare tempi e criteri, sulla sostenibilità degli investimenti pubblici per le strutture previste a Campo Imperatore, ci fa ripiombare in uno stato misto tra rabbia e sconforto. Lo scrive in una nota l’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Assergi, Asbuc.
Non irrita tanto la seppur ingente cifra stralciata, prosegue, quanto l’incontrovertibile linea di voler ritardare gli interventi elencati nel Piano che l’annunciato provvedimento lascia intendere; il notevole passo indietro, rappresenta l’intenzione di paralizzare il tutto su un tavolo composto da una moltitudine di teorici ed esperti.
Il Piano di Invitalia non è più sostenibile? Per quale motivo?

Funivia del Gran Sasso

Bisogna dimenticare decenni di discussioni, per ricominciare ad analizzare il territorio, i processi di valorizzazione delle risorse locali, le scienze ambientali e naturali, i trasporti e sistemi di mobilità ecosostenibili, il marketing e la comunicazione in ambito turistico? 
Praticamente ricominciare tutto da un non meglio precisato inizio.
Non si comprende questo atteggiamento ‘filosofico’ e per nulla pragmatico del sindaco e della sua amministrazione dopo che, lo stesso sindaco, si precipitò a firmare e sposare coram populo e con il proprio programma elettorale, consultabile ancora sul sito www.pierluigibiondi.it, l’ormai dimenticata Carta del Gran Sasso con la quale, invece, si promuoveva un percorso ben preciso.
Non riusciamo a capire tutto ciò soprattutto dopo l’approvazione, con Delibera di Giunta del settembre 2018, della petizione per la revisione dei vincoli ambientali di Natura 2000 e dopo aver concordato con la nostra amministrazione, che ha sostenuto l’intero costo, la redazione di uno studio tecnico scientifico, a supporto di tale ipotesi, mai spedito dal nostro Comune in Regione. Soprattutto non riusciamo a capire questa posizione attendista sullo sviluppo del nostro territorio, ancor più pressante alla luce del completo fallimento della stazione turistica, la grave crisi che stanno attraversando le attività economiche locali, la totale paralisi della ricostruzione della frazione turistica di Assergi ed il completo abbandono del territorio da parte del Comune.
Preferiremmo l’impegno a realizzare, il più velocemente possibile, le minime e indispensabili infrastrutture come sottoservizi e innevamento programmato, che consentirebbero di risolvere alcuni enormi problemi funzionali e turistici del comprensorio turistico, ammesso che si voglia.
Abbiamo la netta impressione che si voglia definitivamente abbandonare l’idea di uno sviluppo infrastrutturale di Campo Imperatore dal punto di vista dei servizi, per rimettere tutto ‘a parole’ perché non si ha la benché minima idea sulle priorità da affrontare.
In questo modo, conclude, andremo incontro alla chiusura certa del comprensorio turistico del Gran Sasso.
Signor sindaco dopo due anni dalla sua vittoria avremmo sperato in fatti e non … come al solito … parole.