Scuole ed edifici scolastici, la vita è mummificata a dieci anni fa. Strutture fantasma si affilano senza pietà su Viale Duca degli Abruzzi e non solo, ricordando a tutti noi quanto abbiamo fallito. Abbiamo decine di milioni in cassa senza sapere cosa farne. Quelle scuole sono ancora zeppe di faldoni, resti di vita, cose non recuperate e abbandonate, archivi e libri, biblioteche e tanto altro ma ormai siamo abituati, siamo assuefatti. Parliamo di vulnerabilità delle scuole, il vice sindaco Guido Liris affida ad una nota le sue ragioni, resta il fatto che dopo dieci anni abbiamo fallito. Ormai fuori la scuola elementare del Viale ci vanno i residenti tornati ad abitare nei dintorni col cane, a passeggio in un luogo surreale e lunare la sera, tra un materasso a due piazze abbandonato e vetri in frantumi, persone che si adattano a quello che trovano e socializzano. Più su, il Centro di Formazione professionale e l’asilo nido San Giovanni Bosco di fronte, con una selva oscura a ricoprirlo completamente, tanto il centro storico, a parte l’asse centrale, va un po’ come viene, mentre tra un festa e l’altra ci convinciamo che L’Aquila non è morta, zieta è morta, ma solo sui social, perché poi ci aggiriamo tra le strutture fantasma ormai a nostro agio senza farci più caso. Un grido si leva dalla popolazione scolastica del Cotugno: noi siamo dimenticati… costretti a vivere un altro anno in una situazione anomala. Continuiamo a chiedere la normalità invece siamo ancora spezzati. Questa è una situazione che sta provocando danni ad ogni singolo individuo che fa parte della nostra scuola, ne abbiamo passate troppe… io stesso non ne posso più, sono ormai già quasi due anni che mi trovo in questa situazione assurda come rappresentante (prima di consulta e poi d’istituto), tutto ciò è insostenibile… questo è il mondo che ci aspetta… Sono le accorate parole di Tommaso Cotellessa sui social, una vera mazzata per i nostri fallimenti. Perché sono fallimenti ammessi dalla stessa dirigente Serenella Ottaviano che si scusa, almeno lei, impegnandosi ancora a tener conto dei loro desideri e di un futuro che vi veda migliori della generazione a cui appartengo e che, ad oggi, non è stata capace di trovare risposte adeguate ai vostri diritti. Mancate ricostruzioni, nessuna pianificazione ed esempi di archeologica scolastica tra musp, moduli provvisori, neanche più garantiti. A dieci giorni dall’inizio della scuola abbiamo saputo che saremo divisi in 4 musp poiché la nostra sede è stata chiusa dal TAR e stiamo aspettando che comincino i lavori… E così dopo lo spezzatino e i doppi turni affrontiamo anche questa, scrive ancora Tommaso. Gli stiamo togliendo gli anni migliori. Non manca il vecchio asilo occupato sul Viale, occupato proprio per stimolare la ricostruzione pubblica e poi sgomberato per ristabilire, secondo gli attuali amministratori, la legalità, ridiventando archeologia scolastica come le altre strutture.
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