Una discarica abusiva di 20mila mq. è stata sequestrata stamattina all’Aeroporto dei Parchi di Preturo, in un’operazione congiunta della Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia, sequestrati sei autocarri di tre imprese e beni alla società XPress, gestore dell’aeroporto per conto del Comune dell’Aquila, ente proprietario, per 36mila euro. Avvisi di garanzia per l’amministratore Musarella ed il direttore commerciale, per un tecnico del Comune, e per i tre imprenditori che avrebbero conferito nell’area ingenti quantitativi di macerie, così come riferisce la Direzione distrettuale antimafia in una nota, tra mattonelle, mattoni, asfalto, plastiche, tubi, calcestruzzo, ferro, e asfalto, a nord della pista di atterraggio. La società XPress, vincitrice dell’appalto di gestione dell’aeroporto, avrebbe avuto un ingiusto profitto, consentendo di scaricare rifiuti speciali, violando la norma, allo scopo di realizzare a costo zero l’area di sicurezza della pista d’atterraggio. Un risparmio di 36mila euro, a fronte di una spesa per lo smaltimento lecito di 73mila euro. Più di 300 gli scarichi effettuati con autocarri provenienti dall’Aquila e da Rieti senza autorizzazione, senza documenti di trasporto e senza trattare il materiale speciale così come prevede la norma, tutti indagati in concorso per traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva, alla XPress gli contestano anche l’illecito amministrativo, per l’importante vantaggio patrimoniale che avrebbe tratto da una gestione che non ha rispettato la legge. Una brutta storia. Quando la XPress s’aggiudicò l’appalto, in molti storsero il muso, essendo specializzata nel trasporto aeroportuale di rifiuti tossici e radioattivi, poi le voci, quindi i sopralluoghi delle forze dell’ordine per gli strani movimenti terra, soprattutto di notte, nell’area di proprietà del Comune. Che ha sempre difeso l’affidataria della gestione. In realtà dal sito non è decollato un solo volo, né commerciale né della Protezione civile, nulla, non c’è mai stata la certezza sulle autorizzazioni, hanno comunque ricevuto un bel sostegno pubblico per gestire uno scalo, che già da mesi, nonostante gli annunci, si diceva non sarebbe mai andato, e non si è mai capito bene fino a che punto dovesse pagare il Comune, cioè l’ente pubblico oppure il privato, mai niente di chiaro. Poi il ripiego, forse, sull’attività commerciale, peraltro non prevista nel bando, oggi una pesantissima realtà con cui L’Aquila dovrà confrontarsi ed un danno ambientale tutto da calcolare.