25 Lug 18

Ance, tra dati e incertezze future

Il nuovo presidente Ance, Adolfo Cicchetti, parte dalle priorità. Pratiche private e ricostruzione pubblica al palo, poche certezze sulle risorse e raccordo con il Governo, bisogna quindi delineare un orizzonte e seguirlo in fretta. Stamattina nel corso di una conferenza stampa, dati alla mano, ha dato il suo segnale. Intanto l’occupazione straordinaria per il post sisma ha avuto un calo del 20%, tra mobilità e trasferimenti, bisogna quindi reintegrare i lavoratori per dare un nuovo impulso alle pratiche. Sulla base dei risultati slittano infatti le previsioni degli Uffici speciali, per cui all’Aquila, servirebbero ancora tre o quattro anni solo per finire le istruttorie, per 1.830 pratiche ancora da vedere. E per una fine lavori prevedibile nel 2026. A rivedere invece la relazione al Parlamento della Struttura di Missione dell’aprile 2017, nel 2022 avremmo finito già i lavori. Serve per Cicchetti una forte accelerazione. Così come sul cratere, che sta già subendo un notevole ritardo per la fine istruttoria, slittata ad oggi al 2026, ed una fine lavori al 2028. E’ necessaria lungimiranza nel programmare le risorse, altrimenti s’interrompono i flussi di pagamento per i lavori in corso con grave danno per imprese e cittadini, ha spiegato, e che il Governo rifiuti di impegnare ulteriori fondi, visto che dei 5.1 miliardi di euro programmabili fino al 2020, non riusciremo a chiudere entro quella data con i 2.1 miliardi che restano, serve quindi una proroga oltre al fatto di programmare in prospettiva altre risorse per completare la ricostruzione dell’Aquila, circa 3miliardi di euro stimati, 2.7 miliardi per il cratere e 300 milioni per i Comuni fuori cratere. Arriva poi il tasto dolente della ricostruzione pubblica per 607 interventi totali di cui solo 292 conclusi e appena poco più di un miliardo erogato sul costo complessivo di 2miliardi 212 milioni circa. Batte la fiacca il Provveditorato alle Opere Pubbliche, e non solo, c’è sul tavolo la convenzione che dovrebbe accelerare la ricostruzione, ben venga, ma senza un’adeguata task force e senza nuovi occupati non si potrà correre, secondo Cicchetti che vorrebbe un Comitato permanente come per il sisma 2016-2017. Tornando infine sulla necessaria interlocuzione con Roma, il 30 settembre scade la Struttura di missione che monitora il tiraggio finanziario e procedurale degli interventi, ha concluso, ma l’incertezza è ancora totale.