Qualche giorno di riposo e poi a tavolino con il direttore artistico Leonardo De Amicis per ragionare sulla rinascita della città. Una figura centrale e una garanzia per il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che vorrebbe il professionista, dopo i Cantieri dell’Immaginario e la Perdonanza, a coordinare la qualità dell’offerta culturale aquilana tutto l’anno.
Una via maestra perché la Perdonanza è stata partecipatissima, da religiosi e laici, famiglie e giovani, generazioni a confronto, grandi spettacoli da tutto esaurito ed il recupero dell’isola sonante. In ogni angolo della città riqualificato, nei cortili piazzette e palazzi, concertini mostre e performance di livello a costo zero, grazie al sostegno della Fondazione Carispaq. 15mila presenze stimate solo lunedì scorso ed un obiettivo raggiunto, perché Biondi, voleva questo fin dalla candidatura. Un modello tipo Perugia, mi dichiarò a fine maggio 2017, che punta a due tre cose al massimo per poi lavorarci intorno per l’indotto l’anno intero. La Perdonanza non è da relegare ad una settimana, dev’essere un lavoro continuo di ricerca e di studio senza sfilate folkloristiche o la discoteca in piazza, recupererei l’isola sonante sugli scorci medievali di ogni angolo della città, quella settimana deve qualificare la città. Ci sta provando sul serio, ha voluto che le grandi istituzioni culturali proponessero solo qualità, ha dovuto combattere contro le pressioni di chi voleva far sfilare al corteo storico anche la bocciofila sotto casa, per capirsi, possono unirsi a tutti i cittadini che vorranno alla fine del corteo, ha invece risposto Biondi, finora la Perdonanza è stato un contenitore di tutto, spiega, tra convegni stravaganti, mostre improbabili, fantasy e dj set, ci saranno altri momenti per farlo. Biondi non voleva feste sguaiate, nessuna confusione sgradevole che offendesse il messaggio celestiniano e in effetti è riuscito ad ottenere un gradevolissimo pienone vivibile da chiunque. Resta il decalogo di una nuova Perdonanza redatto dal musicologo Francesco Zimei e dallo storico Walter Cavalieri (nella foto), presentato un paio di mesi fa per restituire centralità all’aspetto spirituale, eliminare le parti più dissonanti dal corteo, e tra le altre cose ‘soni e balli’ del Perdono, con musicisti medievali per le vie del centro e danze sociali aperte alla cittadinanza. Scelte nette ma culturalmente radicate che la città probabilmente non avrebbe capito, ci si potrebbe ancora ragionare, e dalle quali emerse, non senza critiche, che la dama della Bolla non sarebbe stata selezionata. Non volevo una selezione puramente estetica, spiega oggi Biondi, ma non ho mai detto di voler eliminare la figura, e in effetti la scelta della campionessa olimpica Paola Protopapa ha premiato la sua visione, perché è piaciuta alle persone moltissimo. E poi la Basilica di Collemaggio, restituita alla città a dicembre. Ho preteso che non fosse coperta la facciata e che fosse visibile da chiunque dal prato in una coreografia naturale, dice. E così è andata. Non è sfuggito ai più severi lo stile indiscutibile del corteo, è inquadrato nel suo tempo, commenta ancora il primo cittadino, come il canto medievale diretto dal maestro Manlio Fabrizi, continueremo a lavorare al recupero del periodo storico provando a mettere insieme varie forme d’arte. Per puntare ad un modello di città dalle radici trecentesche che vorrebbe vivere di bellezza, storia, qualità, arte e cultura tutto l’anno.