Miglioramento e recupero della qualità urbana, diradamento abitativo, valorizzazione delle aree di interesse culturale sono obiettivi che fatichiamo a vedere in questa ricostruzione privata. Lo studio del Cnr Itc per eliminare gli edifici incongrui su via Sallustio, non è mai stato preso in considerazione, con i progetti di riqualificazione urbana alle porte del centro storico qualcosa si potrebbe ancora fare ma serve un pianificazione generale.
Sono state avviate le prime permute sui progetti di Santa Croce, Porta Barete, Lauretana e sul Polo amministrativo di Villa Gioia, ne sono state inserite 14 in una recente delibera della Giunta Biondi che ha esteso l’opportunità della permuta o comunque abitazione equivalente, possibile con una recente legge solo nell’ambito del territorio comunale, anche agli altri progetti unitari che riguardano Valle Pretara; Porta Leone; Borgo Rivera e Campo di Fossa/Sant’Andrea. Cosa accadrà?
Alla Lauretana, i proprietari stanno decidendo dove andare ad abitare, anche tra Corso Federico II e Santa Maria di Farfa a parità di valore dell’abitazione ceduta, naturalmente. A Santa Croce le permute sono state chiuse, manca Villa Gioia, per cui si starebbe optando però per le abitazioni equivalenti. Porta Barete (nella foto l’area interessata) nell’Accordo di Programma con la Provincia trovò qualche anno fa finalmente il principio che è un’area da valorizzare perché d’interesse culturale, quindi per i proprietari che non sono d’accordo a trasferirsi, si procederà con l’esproprio per pubblica utilità.
L’Agenzia delle Entrate stimerà il valore da liquidare sulla base dei prezzi dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare. Ma in caso di abitazione equivalente, quella ceduta al Comune, ad esempio, nel caso in cui si demolisse, l’amministrazione potrebbe scegliere di non ricostruire trasferendo però quei diritti e volumi altrove. Dove, senza un nuovo Piano Regolatore? E siamo sicuri che in questo grande mercato dello scambio sia sempre salvaguardato il patrimonio pubblico dell’ente? Difficile capirlo perché un dato certo non c’è e neanche un dibattito pubblico sulla qualità urbana.