Biondi sindaco, quasi un anno di mandato, ed una maggioranza spappolata da interessi interni che lascia a casa i grandi temi. I temi di un post sisma per i quali un anno trascorso tra litigi e nullismo vuol dire un bruttissimo segno per la rinascita, la cultura, la socialità, la vivibilità, la pianificazione e le scelte strategiche tradotte in impostazioni insignificanti per una città che dovrebbe riorganizzarsi smart, vivibile, sostenibile e con una qualità della vita al top. Al contrario. Sono andata al quartiere a Fontesecco, una sessantina di nuclei già rientrati, per capire come si vive tra cantieri, case finite e discariche a cielo aperto. Lì qualche ufficio, due ristoranti, due liquorerie ed un bar, una residenza per anziani, alcuni uffici, uno spazio teatrale, due b&b, la locanda Lincosta con qualche camera ed un piccolo orto visitabile all’interno, il chiostro del convento di San Domenico e l’urgenza di normalità, fosse anche tra le polveri, ma nel rispetto e cura da parte degli amministratori per chi è tornato. Con la pulizia delle strade e delle discariche, maggior attenzione per la pubblica illuminazione e politiche per piazza Angioina, l’unica finita, e magari accordi con il Ministero per aprire il chiostro di San Domenico ai visitatori, lì ha sede la Corte dei conti, con un piccolo museo delle ceramiche mai aperto, e poi negozi di vicinato da sostenere e magari artigianato per ricreare un circuito identitario, quello aquilano delle botteghe tra tappezzieri, calzolai, sarti e falegnami forse estinti, senza incentivi, sollecitati in particolar modo per queste aree che rivivono e che guardano all’asse centrale, è tutto concentrato lì, come fosse una grande sagra. Titoloni di bar che aprono, di un locale che inaugura, di pub che incassano, niente sui quartieri centrali come Fontesecco il più popoloso ad oggi, che ha voglia di vivibilità, di parlare di una scuola nei dintorni o di panchine, mentre le macchine continuano a sfrecciare a tremila come se lì ci fossero solo fantasmi. Alcune famiglie con i bimbi hanno rinunciato, ci dicono per questo, non capiscono cosa ne sarà di quel quartiere. C’è gente che ce la vuole fare, diamogli ascolto, la politica, se vuole amministrare, cominci a farsi un giro per la città e tra le persone.