Parlare di Capitali europee della Cultura, di architetture, di urbanismi ecosostenibili impostati negli anni novanta, di economie circolari e del perché funzionano, di iniziative che fanno belle altre città, aiuta ad avere più nitida l’immagine dell’Aquila. Città terremotata che non è migliorata di una pietra. Bisogna ragionare di territori e ripartire dai territori, mi dicono, ma come non accorgersi che fuori le cose vanno meglio e che da un decennio abbiamo miliardi di euro pubblici mal spesi. Ripartire dai territori. Di sicuro andrò a sentire il mio amico storico Giuliano della libreria Polar, che fa cultura ed imposta iniziative in silenzio da anni senza un contributo pubblico, con la forza delle idee per fare di quel luogo un ritrovo e ritrovo è diventato. E non vorrei che tutti gli altri che dal 2009 hanno promosso, incontrato e fatto, dicessero allora noi? Con Giuliano andammo a scegliere i libri insieme ad Ancona, quando aprì un po’ di anni fa a via Santa Giunta, perché doveva impostare una libreria, Caffè Polar, dal noir francese, ed assortirla, partecipai e un pezzetto di quel luogo fa parte di me soprattutto tra gli autori francesi e irlandesi. Il resto è nato con lui, prima con Sarah oggi con Luna ed intorno una città che pulsa e quindi parlerò con lui per tremila ragioni diverse. Anche all’Aquila si fa è vero, si propone, si tenta la crescita culturale senza sovvenzioni pubbliche ma a mancare nel resto della città è il sogno di poter fare di più, perché in tanti altri posti accade, delle nostre stesse dimensioni, spesso senza neanche le nostre attitudini e vocazioni creative, senza i fondi che abbiamo noi. Non mi rassegno ai centri commerciali, la città è tornata a vivere altrove per necessità, il centro storico non è mai stato amatissimo dagli aquilani, era mal tenuto, sporco, era bello e lo è ancora, nonostante le brutture edilizie degli ultimi cinquant’anni che restano. Non mi rassegno ad una non città e a quelle quattro cose raffazzonate che vorrebbero far passare per rinascita. La rinascita non si respira, abbiamo il dovere di fare molto di più e dovremmo dirlo tutti ogni giorno.