Il recupero di Porta Barete, il più antico accesso alla città, dovrebbe essere un pulsare di interventi, di archeologi e sovrintendenti, di scambi mondiali, di tecnici che vanno e vengono ed invece è solo uno spettro sigillato, con un container imbalsamato all’interno di un’area recintata, dove manca perfino il cartello dei responsabili. La Sovrintendenza ha posto il vincolo, l’amministrazione ancora combatte con gli inquilini del civico su via Roma che dovrebbe delocalizzare altrove, mentre avrebbe dovuto pianificare per tempo l’idea di recupero del varco. Che l’ex assessore Di Stefano, ormai è storia, proprio non voleva realizzare se non costretto dalle pressioni dall’opinione pubblica, e subito dopo aver palificato via Vicentini, quando invece per l’antica Porta, avrebbe dovuto togliere il terrapieno sotto via Roma. E’ tutto abbandonato (foto). Perfino la chiesa di Santa Croce di fronte, che ha le risorse assegnate dal 9 febbraio di un anno fa è un fantasma che cade, ed intorno, mostri enormi in cemento armato. Dovevano essere case popolari dimezzate e meno impattanti, sono invece peggio di prima perché nuove ed ancora più brutte. Lì, intorno a Santa Croce/Lauretana, dovrebbero intersecarsi altri progetti finanziati dallo Stato come strategici, ma a Villa Gioia su via XX Settembre, spunta mostruoso un colosso in cemento armato che speriamo di non vedere presto, così da illuderci che non sarà come sembra; alla Banca d’Italia, nel cratere ex Anas di cui è ancora un mistero la demolizione, avremo palazzine peggio di prima con aiuole e negozietti come fossimo nella rinascita post bellica degli anni sessanta, incapaci di capire cosa avrebbe dovuto significare, riqualificare una periferia nel 2020. L’unica cosa andata liscia è stata l’acquisto dell’abitazione equivalente per i tanti, troppi privati volati sulla costa o a Roma che hanno lasciato, a queste strategie comunali, metri quadri di cemento da rifare più mostruoso e meno vissuto di prima. L’unica cosa che parrebbe ben fatta e sposa benissimo col preesistente è la nuova ala del Tribunale ancora da finire. Quel progetto pare ben pensato e varrà la pena raccontarlo.