In via Eusanio Stella, nel nucleo industriale di Pile nascerà il Mercato contadino, su proposta di Slow Food Abruzzo e della Confederazione italiana agricoltori, Cia, per i prodotti contadini del vecchio mercato di Piazza Duomo e dei negozi del centro. Per il Mercato, che sarà realizzato con i 206mila e 700 euro raccolti dalle due associazioni, è stata necessario un cambio di destinazione d’uso dell’immobile votato dal Consiglio comunale lo scorso novembre. Intorno a questo discorso, sarebbe stato interessante costruire un nuovo percorso economico per la città, mettendo a disposizione, da parte dell’amministrazione, siti dismessi o spazi da dedicare al cibo, all’agroalimentare e ad un’industria che avrà di certo un futuro. E’ quanto sta facendo il Comune di Bologna, in contatto con l’Expo 2015, mettendo a disposizione una rete di spazi con cui favorire l’insediamento di imprese vocate economicamente al prodotto tipico e della terra. Un po’ la proposta del Salone dei Parchi d’Italia da oggi in mostra a Bazzano con degustazioni a chilometro zero, genuinità dei prodotti, aria buona e la possibilità di contatti per cominciare ad esportare, a guadagnare, e a fare rete anche in Abruzzo con attività nuove e belle. I 19 quartieri del Progetto case sono nati su terreni agricoli, espropriati e trasformati d’urgenza e d’imperio in edificabili, le varianti urbanistiche che hanno cambiato in decenni di speculazioni tanti suoli, destinati a verde e a coltivazioni agricole hanno consumato praticamente tutto, si continua a costruire dove non si può e si lavora al nuovo Piano regolatore per fare ancora palazzine e case per altri settemila abitanti. Questo è l’unico slancio che L’Aquila conosce, l’urbanistica e il saccheggio. L’agroalimentare avrebbe potuto rigenerare un territorio devastato e creare lavoro intorno all’iniziativa di Slow Food a Pile e al Salone dei Parchi che non dovrebbe tenersi una volta l’anno, ma piuttosto essere un inizio ed incoraggiare a tornare al verde, all’agroalimentare, ai nostri prodotti per tutto l’anno, poteva crescere un’altra idea di città, riqualificando i capannoni industriali abbandonati da attività che non hanno mai funzionato. Sono lì da decenni, fanno parte del paesaggio ormai. Mentre Bologna cerca di recuperare l’economia del verde, cerca l’Expo e guarda avanti, noi aquilani continuiamo a guardare solo a Bologna, come fosse un mito, senza provare mai a fare.