La trasparenza sui lavori pubblici, sugli affidamenti, sulle consulenze, sulle aggiudicazioni degli appalti e dei servizi, sulla gestione del patrimonio, sull’assegnazione degli alloggi del Progetto case e Map, sugli assegnatari del Fondo Immobiliare, sui fitti concordati, sulle graduatorie, sull’assistenza alla popolazione e su quante persone non residenti all’Aquila ancora la percepiscono, sui lavori per la ricostruzione, sui cantieri pubblici e privati, sullo stato d’avanzamento delle pratiche per i lavori e sull’ordine di presentazione, così da capire sempre, se qualcuno ha fatto il furbo ed è passato avanti solo perché appoggiato, doveva essere l’unico modo per gestire la ricostruzione post sisma, per controllare la spesa di miliardi pubblici alla luce del sole e per combattere la corruzione. Non esiste niente di tutto questo e nessuno scandalo vero esplode ancora all’ombra delle gestioni, pubbliche e private, del post sisma in Abruzzo, evidentemente, notò Gherardo Colombo in un confronto all’Ance, L’Aquila sarà un’isola felice, un territorio dove non girano mazzette, dove non scoppia ancora un bubbone sugli affidamenti, giusto qualche voce su qualche oscura impresa, le ultime sui lavori al Teatro stabile, subito smorzate e dissolte in un niente di fatto, e via a vele spiegate perché è una città di onesti, dove non alberga la corruzione, come invece continua ad accadere nel resto del Paese. Le Procure aquilane lamentano la carenza di personale, la Corte dei Conti all’inaugurazione dell’anno giudiziario alluse al pericolo che le cosche potessero attecchire in Abruzzo, ma il controllo del territorio pare sempre saldo. Siamo come impermeabili. All’Expo un vero e proprio terremoto sugli appalti, l’Italia è tra i paesi più corrotti al mondo, la differenza del costo di lavori pubblici tra il bel Paese e il resto d’Europa, certifica un sistema malato e al collasso. Da tutta questa cancrena, esce assolutamente indenne L’Aquila ed i miliardi spesi nella ricostruzione, dove vige il sistema dell’indennizzo, per cui ai privati vengono pagate le fatture che presentano, mentre sui lavori pubblici si appaltano lavori nella massima riservatezza, perché non c’è trasparenza e mai un’ombra che si addensi su un cantiere. L’Aquila, è un’isola immobile e irreale.