Il Museo Gugghenheim a Bilbao dell’architetto Frank O.Gehry nasce vent’anni fa e con le sue 33mila scaglie di titanio, ha conquistato visitatori da tutto il mondo qualificandosi come una delle architetture più significative e conosciute al pubblico. Inaugurato nel 1997, in un solo anno ha recuperato i costi scrive floonature.it, sul capolavoro tra i più spettacolari del decostruttivismo. La più grande città dei Paesi Baschi, circa 350mila abitanti, ha puntato alla capacità strategica di politici e urban planner di convertire una città soffocata da acciaierie e container del porto fluviale e industriale, in una città con una nuova vocazione, turistica e culturale a misura d’uomo. Capacità strategica che in vent’anni ha cambiato davvero il volto di Bilbao. Periodicamente faccio un giro tra i grandi urbanismi europei per capire dove sta sbagliando L’Aquila. Sono città diverse, culture diverse, personaggi differenti ma comunque i 4miliardi che abbiamo avuto non li ha avuti nessuno e la città resta quello che è. Torno quindi a Bilbao, alla qualità degli spazi aperti e all’efficiente trasporto pubblico, con un tram ecologico che corre su un prato verde e alla doppia linea del metró che collega tutta la città fino al mare, alla riconversione di spazi che hanno perso la loro primaria funzione e al recuperato rapporto con l’acqua del fiume, è tutto nel dna della nuova Bilbao. L’amministrazione della città basca è riuscita in un ventennio a concretizzare un preciso progetto di urbanizzazione della città e a concertare interventi architettonici di grande respiro che hanno trasformato Bilbao in una delle prime mete turistiche della Spagna. Si gira bene con i mezzi pubblici, curate anche le fermate della metro progettate dal grande Norman Foster, con tubi in acciaio e cristallo che nascono dal sottosuolo, il Premio Buñuel per il disegno ferroviario 1998 alla fermata Sarriko, ed una grande volta di cristallo con luce naturale fin sotto la scala mobile verso l’interno. Domani la seconda parte di Bilbao.