L’Aquila vuole cambiare e al ballottaggio il 25 giugno prossimo andranno il candidato sindaco del centro sinistra, Americo Di Benedetto (47.01%), e Pierluigi Biondi (35.93%) del centro destra. Una forbice di undici punti stacca il vantaggio di Di Benedetto su Biondi e chi sa cosa accadrà, di certo la città boccia la Giunta Cialente e promuove Di Benedetto, candidato in discontinuità con Cialente, entrambi del Pd. Si salvano la Iorio, la Di Giovambattista e Palumbo, da poco in squadra, ma non Pietro Di Stefano e il suo assessorato pesante con la ricostruzione, l’urbanistica, i beni culturali ed i lavori pubblici, neanche Fabio Pelini, il pezzo grosso dell’assistenza alla popolazione e della “partecipazione” che pure non ha raccolto la messe di voti prevista; non si salva Pierluigi Mancini con le attività produttive, il piano del commercio è fermo al 2002 e non è mai stato redatto anche perché Mancini non ha mai potuto lavorare a fianco del blindatissimo Di Stefano, che solo, ha tenuto pianificazione e Piano regolatore, e non ne esce vincente Moroni, del Pd ma in corsa con una lista civica, l’uomo del post sisma, delle macerie, della ricostruzione pubblica mancata, del Progetto case, dell’ambiente, della Perdonanza e della smart city, ed ancora Trifuoggi, l’ex magistrato, uomo forte della legalità e vice sindaco uscente dalla politica come tecnico, per tentare di rientrare come civico ma non ha toccato neanche il quorum del 3%. C’è poi la Leone che non si è ripresentata, così come Cocciante e Capri, che potrebbe anche spuntarla. Può darsi che siano personaggi che tra un assessorato assegnato ed un incarico dato se la caveranno, ma la manciata di voti presa parla chiaro: la città non li vuole. La lista a sostegno di Di Benedetto è molto forte (8.57%), qualcosa di più ci saremmo aspettati dalla lista Articolo 1, un brutto precipizio per il M5S in linea con l’andamento del Paese, peraltro Righetti non è stato il top dell’espressione movimentista, bene la Cimoroni ma non avevamo dubbi, malissimo gli zero virgola ed era nell’aria. Dal Consiglio escono alcuni frazionisti di ferro e qualche zoccolo duro della continuità che non si muove, potremmo sperare che qualcosa possa davvero migliorare anche con l’eventuale elezione di un candidato di Territorio collettivo. Biondi affilerà le armi e proverà a giocarsela fino in fondo, mai dire mai, da domani si riapre la partita.