Il Time ha presentato l’elenco delle cento persone più potenti del mondo, Time 100, tra queste due artisti ed un architetto rispettivamente Kerry James Marshall, Cindy Sherman e David Adjaye. Probabilmente per il successo della retrospettiva di Marshall al Metropolitan Museum of Art di New York, per la ricerca sulle disparità di genere della fotografa Sherman, in particolar modo sulla condizione femminile e per i progetti del Museo di Storia Afro Americana, inaugurato di recente a Washington e della Biblioteca presidenziale della famiglia Obama di Adjaye. L’arte è dunque potente. Ed è potente una donna che ha trattato la disparità di genere, ed è tra i più potenti nel mondo proprio nei giorni in cui si discute malamente sull’età della moglie di Emmanuel Macron, la sessantaquattrenne Brigitte Trogneux, compagna del trentanovenne candidato al ballottaggio delle presidenziali in Francia con la Le Pen, uomo di successo e potente, sposato con una donna più grande di lui di venticinque anni ed il mondo non lo sopporta. Anche da noi il nostrano Augias si è lanciato sulla Trogneux, definendola l’esempio per le tante stagionate che hanno perso la speranza, quell’Augias che tra un salotto televisivo e l’altro arrangia meschinità vuote sulla parità di genere. Al contrario la giovane moglie di Trump, Melania, 25 anni di meno, non ha sconvolto per la differenza d’età, Melania starà con lui perché è ricco e potente e comunque è bona, beato lui. Ce ne fosse uno a chiedersi come fa Melania a dormire con Trump, troppi invece a chiedersi come fa un giovane come Macron, che potrebbe averle tutte ai suoi piedi, a dormire con una più vecchia. Passato l’8 marzo si ripropone la donna nella solita salsa pruriginosa con cui condire il giudizio sulla vita degli altri e sulle scelte di genere. La Trogneux sopravvivrà come pure l’ipocrisia di certe culture dure a morire, meno male c’è Cindy Sherman tra i tre artisti più potenti al mondo e lo ha scritto il Time. Ce ne fossero di Cindy Sherman in giro e a trovarne di Macron.