Vigilia della memoria del 6 aprile otto anni dopo, tempo di bilanci. Funzionano gli Uffici speciali? Dovevano garantire sicurezza, qualità, riqualificazione urbanistica, ripresa culturale, sociale ed economica, invece abbiamo un esercito di tecnici messi sotto per sfornare pratiche e cementificare città e borghi senza stimolare idee e cuore, senza storici, economisti, urbanisti, sociologi, intellettuali ed esteti e senza una rete che faccia camminare il cratere insieme, solo con le case non ricominceremo mai un’altra vita. Dopo otto anni è ora di cambiare, sarebbe il più bel messaggio di conforto da dare a chi quella notte ha perso tutto, ai giovani e a quanti non si rassegnano ad un’idea di città che non c’è. Adeguamento sismico al cento per cento solo nel 15% degli edifici. Quelli demoliti e ricostruiti, il resto è solo migliorato al 60 per cento e a volte qualcosa in più: è questa la città più sicura che volevamo? Le scuole non sono adeguate. Gli Uffici speciali diramano note, all’Aquila dovremmo finire la ricostruzione nel 2022, nel cratere si stima una data intorno al 2025. Per Raniero Fabrizi andiamo a gonfie vele, qualche anno fa disse che nel 2019 avrebbe istruito tutte le 2.500 pratiche per circa 660 unità strutturali, mentre le frazioni prioritarie sono a caro amico. Il collega Esposito è più onesto, intellettualmente onesto quando ammette una certa lentezza nei processi istruttori, 7.200 abitazioni agibili sulle 26mila da fare, un miliardo e sette impegnato per un totale di 4miliardi e due da spendere, scuole fatte per 13milioni e due a fronte dei 144milioni da appaltare, per decine di interventi che attendono il Piano Scuole Abruzzo-Il Futuro in Sicurezza, ed una ricostruzione pubblica per 126milioni e mezzo di euro, ultimata per un valore di appena 8milioni, oltre alle risorse programmate ancora da identificare nei Piani di ricostruzione per 38milioni. Fattori attribuiti alle difficoltà dei Comuni negli affidi e negli appalti con il nuovo Codice. Esposito ammette delle fragilità nel processo ma non è dello stesso avviso Fabrizi, il quale lancia dati importanti sulla ricostruzione pubblica, quasi un miliardo e 99 finanziato, un miliardo e 31 liquidato, precisando piccolissimo che gli importi da finanziare per il completamento della ricostruzione pubblica sono in fase ricognitiva. Siamo in un canalone burocratico dove si danno solo numeri, neanche certificati, mentre il cuore della città e dei borghi ancora non tornano a pulsare.