Informare puntualmente la gente, aggiornare il Piano d’emergenza comunale e verificare la vulnerabilità degli edifici pubblici, queste sono le cose che intanto Cialente dovrebbe fare all’Aquila per prepararsi in caso d’emergenza. Sulle scuole e strutture pubbliche è tutto a posto ma non c’è un verbale uno, che mostri la sicurezza di quegli edifici con la firma del tecnico che li ha guardati. Se ne sta occupando il Coc, Centro operativo comunale che gestisce allerte ed emergenze. Ma la gente non si accontenta delle chiacchiere, vuole saperne di più prima di mandare i figli in edifici poco sicuri, vuole capire che verità c’è, dietro gli allarmi lanciati dalla Grandi Rischi su un possibile forte terremoto verso Campotosto, che potrebbe arrivare al settimo grado della scala Richter e cosa dovrebbe fare nel caso di danni alla diga, e nessuno la informa. La Grandi Rischi ha evitato di tranquillizzare dopo il processo del post sisma 2009, tocca ora ai Sindaci, riferimenti primi della Protezione civile dei Comuni, preoccuparsi del resto. L’Aquila non ha un Piano d’emergenza aggiornato, qualche funzionario di riferimento è in mobilità, l’ultima versione è dell’aprile 2015, gli edifici strategici non sono precisi e neanche quelli operativi, citando la presenza dell’Ingv in via dell’Arcivescovado quando al contrario hanno lasciato la città perché nessuno gli ha mai fatto capire, che la loro presenza sarebbe stata per noi strategica. Quell’informazione capillare più che quotidiana, che dovrebbe invadere le nostre bacheche e di cui è direttamente responsabile il Sindaco non esiste, non sappiamo di confronti continui con Prefettura, Provincia, Regione e rete di Comuni per capire come si attrezzano e come va il monitoraggio dell’area di Montereale e soprattutto non dicono alle persone cosa fare, come reagire in caso di calamità in quelle zone, quali sarebbero i Comuni e territori più a rischio, cosa fare in caso di evacuazione improvvisa e come tenersi pronti. Non so se torneremo mai al vecchio sistema di Protezione civile, quello delle deroghe e dei poteri senza regole, ma comunque mancherebbe la base della pianificazione. Siamo foglie al vento.