Le dieci finaliste per la nomina a Capitale italiana della cultura 2018 sono Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l’Unione dei Comuni Elimo Ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice) in Sicilia. Una ventina le candidate, entro gennaio sapremo chi avrà un milione di euro da spendere in attività ed eventi culturali. Mantova lo è stata per il 2016, Pistoia lo è da pochi giorni per il 2017. Città che vivono, sognano, ci credono e sperimentano idee come Mantova che ha immaginato sei percorsi tematici nelle diverse età civiche, dimostrando come sia possibile investire anche risorse importanti dal proprio bilancio, in una precisa scelta dell’amministrazione per una nuova identità culturale che trovi agganci anche in Europa. A leggere il bando del Mibact, il dossier per la candidatura avrebbe dovuto contenere il programma delle attività previste, una struttura per promuovere e seguire il progetto, la sostenibilità economica e finanziaria e gli obiettivi da raggiungere sia come offerta culturale che come crescita dell’inclusione sociale e superamento del cultural divide. Inclusione sociale e superamento del cultural divide, scrive il Ministero. E in più, un progetto preliminare per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali, il miglioramento dei servizi per l’informazione e l’accoglienza dei turisti. L’Aquila anche per quest’edizione non ha ritenuto di dove partecipare. Neanche a provarci. Spendiamo mesi, pagine e interviste perché la politica si lagni delle nuove povertà o per notare quanto siamo fuori ormai dai giri nazionali in cui parlare ancora dell’Aquila, ma ignoriamo tutto ciò che possa intanto darci quella spintarella utile ad uscire dall’ombra in cui siamo tornati appena dopo qualche anno dopo il sisma. Soprattutto per aver perso delle occasioni. Il treno per la Capitale continua a passare, non ha più fermate dalle nostre parti da un bel po’, ci prepariamo però alla prossima tornata elettorale in cui ogni candidato parlerà della città di cultura, d’inclusione sociale, di turismi e via alla grande con una frega di chiacchiere.