16 Set 16

Beni culturali, il 18% è a rischio frane

Al 2016, secondo i dati Ispra, in Italia si sono verificate 528.903 frane. Nel solo 2015 abbiamo avuto oltre 200 eventi principali. Più di cinque milioni di persone risiedono in aree a rischio elevato, mentre le imprese che sono in aree a pericolosità elevata e molto elevata sono più di 79mila, il 18% dei Beni Culturali italiani è a rischio frane, sono 40.000, i Beni Culturali in aree a pericolosità idraulica e 9 milioni di persone risiedono in aree a pericolosità idraulica.  Complessivamente, le imprese esposte a rischio alluvioni in Italia sono più di 576.000. Il dissesto idrogeologico porta via suolo che non recupereremo più, con pesanti conseguenze per l’economia del Paese. Per recuperare un solo centimetro di suolo occorrono in alcuni casi, ben 100 anni. Così Domenico Guida, professore di Geomorfologia all’Università di Salerno, in vista dell’appuntamento della prossima settimana nel Cilento che vedrà esperti a confronto. Lo stato di dissesto idrogeologico non può essere affrontato in termini riduzionisti e settoriali, secondo Guida, altrimenti si rischia di non tener conto delle altre pericolosità e rischi naturali. Condizioni che in altre nazioni vengono definite multi rischio. Appuntamento a Ceraso, nel geoparco Unesco del Cilento, per ragionare sul rischio che in Italia continua ad essere sottovalutato e soprattutto non è solo sismico. Nei geoparchi si attivano politiche ben precise di messa in sicurezza del territorio. Siamo dinanzi ad un patrimonio geologico in grado di raccontarci ben quattro miliardi di anni di storia del pianeta. I geoparchi hanno siti al loro interno, ha dichiarato Aniello Aloia, coordinatore nazionale dei Geoparchi Unesco, che memorizzano l’evoluzione della Terra ed i cambiamenti climatici. Nei mesi scorsi l’Unesco, ufficializzando i 120 Geoparchi esistenti al mondo, di cui ben 10 in Italia, Paese terzo in assoluto, patrimonio dell’Umanità ha riconosciuto il valore universale e fondamentale della geologia. Tutto sta a capire quanto questi appuntamenti, fondamentali per la sicurezza ed il futuro del nostro Paese, entreranno davvero nell’agenda politica che pianifica prevenzione e sicurezza.