Quanto è stato messo in campo per la ripresa economica post sisma non sta avendo risultati. I primi cento milioni, il 5% dei fondi per la ricostruzione che la legge investe sul lavoro, non avranno quella concretezza di cui il territorio ha bisogno, il territorio non è stato proprio sentito, ha deciso tutto lo Stato con il Sindaco, ignorando le esigenze reali e concrete della piccola imprenditoria, commercianti, artigiani, e delle partite iva, in particolar modo dei giovani professionisti. I bandi per il turismo e l’agroalimentare, cioè per progetti da presentare su una parte dei 100 milioni, ancora non escono, anche fosse uscissero, devono essere rintracciati nel ginepraio della rete e con un po’ di fortuna i giovani ma anche i non più giovani, troveranno qualcosa. Sono usciti quelli per l’innovazione e le alte tecnologie, progetti tutti da inventare per accedere ai 19milioni di euro disponibili, idee di ripresa calate dall’alto, da Roma, intorno alle quali pensare ad un lavoro finanziabile. E se poi le app studiate da quei giovani per monitorare la ricostruzione, non avessero futuro? Di progetti ne stanno arrivando pochi, si teme, come spesso accade per i milioni messi a disposizione dall’Ue, che non sapendo partecipare ai bandi, scritti solo in francese, quei soldi torneranno indietro nel calderone del bilancio europeo, e a favore dei paesi che sapranno muoversi meglio. Così con il terremoto. Dopo i grandi sostegni ai grandi gruppi farmaceutici e tecnologici per i danni alle strutture e per mantenere gli occupati nelle aziende, dopo la zona franca urbana che altro non è stata se non un po’ d’ossigeno su tasse o contributi da versare, dopo la presa in giro del microcredito, per cui con i 5milioni di euro, donati con un sms dagli italiani ai terremotati, hanno fatto un fondo di garanzia con cui erogare prestiti, con gli interessi, a piccole attività e a famiglie disagiate, sì, il prestito anche alle famiglie disagiate, dopo tutto questo, arrivano i bandi che conosce solo Invitalia, gli Uffici speciali e altri pochi intimi, sulle tecnologie e l’innovazione, che non rilanceranno l’economica e non risolveranno il problema dell’accesso al credito che piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e giovani professionisti avrebbero apprezzato certo di più. Avanti tutta quindi, con la finta della ripresa economica.