La Società italiana di iniziative edilizie e fondiarie, Sidief, riqualificherà il quartiere Banca d’Italia con un milione di euro d’investimenti nel prossimo triennio e la vendita di due palazzine su viale Giovanni XXIII, con 18 appartamenti. Il casermone in via dei Frentani, potrebbe diventare qualsiasi altra cosa, lì vivevano da decenni anziani, deportati col sisma nei Progetti case e probabilmente non torneranno più a viverci perché quegli alloggi avranno nuova vita. Questi gli obiettivi dei vertici Sidief, società partecipata al cento per cento dalla Banca d’Italia, che dal 2014 ne gestisce gli immobili, ed oggi all’Aquila col presidente Mario Breglia e la dg Carola Giuseppetti, per informarne la città. Non c’era il Sindaco Cialente o chiunque potesse dire da parte del Comune, abbiamo ragionato su un’ipotesi che di certo eviterà alla città strane speculazioni. No, L’Aquila sarà di nuovo sul mercato senza sapere chi subentrerà e cosa ne sarà di quelle case. Anche il casermone, i cui residenti andarono più volte dal sindaco per avere una qualche tutela sul loro futuro, potrebbe diventare qualsiasi cosa, dipende da cosa uscirà dal concorso di idee bandito, sarà meglio mettersi comodi allora, perché nessuno sa che ne sarà. Un buffet gourmet ha accolto i giornalisti nella sede Sidief, nel cuore del quartiere in via dei Peligni, i due terzi di quelle case sono affittate tra la polvere della ricostruzione tutt’intorno. 251 unità immobiliari in tutto, 164 agibili e un futuro quartiere che avrà verde, strade e illuminazione nuova e che dovrà dialogare col mega progetto di Di Stefano, da lunedì in Consiglio, e definito strategico, senza aver ragionato col Sedief perché quel quartiere non svendesse l’identità e s’innestasse bene sul resto. La città sta cambiando, chi abitava in viale Giovanni XXIII è andato nelle case della Banca a Sant’Elia e poi chi sa dove, gli altri del casermone dispersi nei Progetti case, restano senza una vera casa e senza la speranza di poterla riavere. Non si capisce cosa accadrà, mancano i padroni di casa, a cominciare dal sindaco Massimo Cialente che sette anni fa spalancò le porte delle città a chiunque avesse denaro sufficiente per fare business e rendita, senza paletti.