Mentre Roma con Renzi fa le leggi perché l’Italia pensi di cambiare passo, all’Aquila dove tutto potrebbe diventare sperimentazione e futuro, cerco di capire perché invece andiamo indietro. La Camera ha approvato qualche giorno fa la legge sul consumo di suolo zero al 2050, per il riuso degli edifici sfitti e delle aree dismesse, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica con demolizione e ricostruzione di edifici che consumano troppa energia. Da noi demolizioni e ricostruzioni sono state decise singolarmente da ogni proprietario, che ha potuto scegliere se investire più sulle persiane nuove anziché sulla classe energetica, presentando il conto allo Stato che paga senza fare una piega. I principi generali stabiliscono che le amministrazioni locali dovranno motivare le scelte d’espansione abitativa ed urbana, dovendo preferire la rigenerazione di aree già consumate, passando per la demolizione dei manufatti abusivi. L’Aquila lavora al nuovo Piano regolatore, il vigente è 1975, ma ragiona ancora sul fatto che non si è sfruttata appieno la densità abitativa sfruttabile. Non bastano i 19 nuovi quartieri del Progetto case e map, insediati su suoli agricoli ormai urbanizzati, e non si ragiona sulle aree industriali dismesse e abbandonate, anche gli uffici pubblici che per legge avrebbero dovuto ricostruire le proprie strutture nel centro storico, raddoppiano le proprie sedi consumando territorio nelle periferie. La mano pubblica di un’amministrazione civica incapace, peggiora di giorno in giorno ciò che con il terremoto avrebbe dovuto riqualificare, le periferie sono più isolate di quanto non lo fossero prima del sisma del 2009, i borghi e le frazioni ancora più desertificate con le nuove strutture abitative dell’emergenza, i map, che probabilmente saranno demoliti, ma nessuna certezza che quei borghi torneranno a vivere, rischiano solo di essere nuovi di zecca, in luoghi fantasma dove torneranno in pochi. L’Aquila non sa dove sta andando, finita la ricostruzione e la pianificazione conterà quante case avrà in più, pensando davvero che possa esserci un mercato per venderle, affittarle e generare rendita.