L’attenzione post sisma, continua a concentrarsi solo sulla ricostruzione privata. Almeno un miliardo l’anno per i prossimi cinque anni, ed i progetti divisi in due parti, la prima, con cui si definisce il costo del progetto, la seconda, è il progetto esecutivo vero e proprio e porta all’apertura dei cantieri. Tra la prima parte e la seconda, passa la disponibilità finanziaria da parte dello Stato, senza quella, i progetti resteranno fermi nell’Ufficio speciale, l’intermediario tra Roma e l’amministrazione comunale, alla prima fase. Ma neanche quella è andata a regime, perché sulle circa 4mila pratiche presentate a fine 2013, solo poco più di 500, sono state istruite nei costi e chiuse, poco più di un dieci per cento, mentre la gente attende e non sa più quanto deve attendere, prima di poter pensare di rientrare a casa, questo è il problema grosso. Il Consiglio comunale stabilì come priorità, di fare subito i lavori nei corsi principali del centro storico, così da cominciare a ripopolarlo, alcuni cantieri sono partiti, soprattutto i palazzi vincolati e legati ai contributi rilasciati dalle Sovrintendenze o gli immobili che hanno avuto il via libera dalla filiera della passata gestione commissariale, altri partiranno a breve, con l’autorizzazione a presentare il progetto esecutivo sempre nell’asse centrale. Una decisione di queste ore, da parte della Giunta in accordo con l’Ufficio speciale, per gli aggregati della Villa comunale, della Fontana Luminosa e a destra e a sinistra di Piazza Duomo, in base ad alcuni punteggi che daranno la priorità alla presenza di abitazioni principali, attività produttive o pratiche già istruite, solo così si potrà accedere al contributo. Sono disponibili gli ultimi 200milioni di euro, per progetti esecutivi da fare in 90 giorni, e presentare il prima possibile perché saranno esaminati in ordine cronologico, e chi sa quanti potrebbero restare comunque fuori. Tutti gli altri aquilani dovranno attendere, non sanno quanto tempo ancora, non c’è certezza di nulla neanche una stima sui tempi, cinque, dieci o vent’anni non dice niente nessuno.