Secondo il governatore Luciano D’Alfonso tra patto per il mezzogiorno, fondi europei e finanziaria regionale, nei prossimi anni alla Regione Abruzzo toccano due miliardi di euro, i primi fondi per il sud sono già destinati, 750milioni fino al 2020, ma L’Aquila è tutt’altro che protagonista. Infrastrutture, ambiente, sviluppo economico, turismo e cultura sono i principali assi finanziati su cui il capoluogo di Regione è presente solo marginalmente, non s’è proprio seduto a quel tavolo, non ha mai lavorato ad un progetto europeo, restiamo indietro su tutto scivolando ogni giorno di più in una normalità strana, dove ci siamo riorganizzati a vivere in una non città senza chiedere di più. Cialente assomiglia al premier Renzi, stesso partito, il Pd, stesso fare ottimistico senza il conforto della realtà e intanto la gente non lavora, se la passa male, è carica di tasse, fatica a sperare in un futuro migliore. Il sindaco promette per il 2016 grandi svolte su ambiente, turismo, cultura e mobilità, lamentando una brutta disoccupazione al 27%, analizza i contesti internazionali, parla d’economia, di grandi sfide e della certezza che ce la farà, la città, ad essere competitiva per il 2020. Conta perfino di finire la ricostruzione delle case nel 2019. Parla come se fosse il Presidente della Repubblica che in effetti parla agli italiani nel messaggio di fine anno stimolandone l’unione, è tra i suoi compiti costituzionali. Cialente è tuttavia un sindaco che amministra L’Aquila da quasi dieci anni, deve dire quanto ha fatto, molto poco, e quello che farà fino al 2017, con quali strategie concrete, risorse, progetti europei e regionali e con quali prospettive. Il suo camion, si è paragonato ad un camionista, è arrivato a destinazione, il carburante è finito, non è più tempo di promettere quanto non è riuscito a fare. Da sette anni, dopo il sisma del 2009, ha avuto un Paese ed il mondo intero a disposizione e non ha saputo impostare una vera strategia economica di rilancio e di riqualificazione urbanistica, questa è la brutta verità con cui deve e dobbiamo fare conti, almeno chi non è stato suddito o cliente elettorale. Con la speranza nella svolta amministrativa e che il 2017 arrivi presto.