13 Dic 24

Archeoclub, la pensilina interrompe la continuità visiva e spaziale della piazza

Il «foro» è la denominazione che troviamo riferita alla Piazza nei documenti del ‘300 e – proprio come nel foro di una città romana – nella piazza e nelle strade limitrofe che qui si affacciavano e si affacciano, si stipulavano contratti, si vendeva e si comprava, si discuteva, ci si incontrava, si godeva del sole ma anche si pregava, si partecipava a riti religiosi e civili, si giustiziava, si combatteva…in ultima sintesi nella Piazza si viveva come singole persone e come comunità. E questo per secoli fino all’emergenza determinata dal sisma del 2009.

Da allora si cerca di rivivere e dare nuove funzioni alla piazza che ha perso, ad oggi, la sua principale caratteristica e cioè di essere la piazza del Mercato, toponimo sicuramente più rispondente alla sua storia rispetto a quello odierno utilizzato, piazza Duomo, che pur evidenzia un’altra delle sue funzioni e cioè quella di essere luogo simbolo della chiesa aquilana strettamente legato fisicamente, ma anche politicamente, alla piazza detta Palazzo.  Quest’ultima in origine piazza San Francesco per la presenza di uno dei più antichi insediamenti conventuali, la cui chiesa venne demolita a fine ‘800, con una perdita irreparabile per la città.

Torniamo in piazza Duomo, una zona franca, indipendente dai Quarti proprio per sottolineare la sua appartenenza a tutti; uno spazio che dal Duomo, luogo in cui sono state trovate tracce di vita antiche risalenti anche all’età del Ferro, si prolunga fino ai palazzi che oggi sembrano delimitare il Corso ma che, in realtà, sono il naturale termine della Piazza perso visivamente già con la presenza della precedente pensilina.  Quest’ultima lì costruita nel momento in cui la Città, divenuta moderna e – come ogni luogo contemporaneo – assetata di parcheggi e di comodi collegamenti ai centri storici, decide di dotarsi di un tunnel tra il parcheggio Lorenzo Natali’ e la Piazza cambiandone definitivamente l’aspetto in quanto fisica interruzione di quello spazio unitario che da sempre costituiva la Piazza stessa, luogo identitario per eccellenza che non aveva bisogno di aggettivi che la definissero.

Ogni epoca ha le sue esigenze, e di questo si è consapevoli; tuttavia è necessario riflettere sul fatto che, magari, altre soluzioni avrebbero potuto essere trovate per tutelare ciò che a volte è necessario conservare per evitare la sensazione di spaesamento che gli abitanti provano quando, un luogo importante per se stessi e per la vita della comunità, non viene più riconosciuto, perde, come qualcuno dice, la sua anima.

La pensilina interrompe la continuità visiva e spaziale della piazza concepita sin dalle origini come uno spazio unitario che va dal sagrato della cattedrale ai palazzi di capo piazza; la pensilina taglia fuori un pezzo di capo piazza, creando una sorta di carreggiata separata, ostacolando la visuale degli edifici che si affacciano sui tre lati e coprendo da pié di piazza la visuale dei palazzi sul lato opposto. La pensilina, inoltre, interrompe la simmetria dello spazio creata dalle due storiche fontane, collocate lì non a caso bensì per sottolineare la spazialità e l’armonia del luogo.

A nostro avviso la costruzione della pensilina è stato un errore fin dalla sua prima ideazione a prescindere dalla forma, ma si poteva oggi cogliere l’occasione per ripensarla e renderla il meno impattante possibile se solo fosse stata presente una maggior consapevolezza, da parte di tutti, delle implicazioni storiche e urbanistiche di questo manufatto ritenuto, forse, poco significativo e al quale, tutto sommato, la città si era abituata.

La pensilina attuale può piacere o non piacere, certamente, tuttavia i cittadini potevano essere coinvolti nelle scelte, considerata l’importanza che il luogo ha e ha avuto; coinvolgimento auspicato anche in altre occasioni da Archeoclub. I cittadini e le associazioni avrebbero forse dovuto richiedere con maggior forza un’incisiva partecipazione malgrado le obiettive difficoltà.

Una riflessione che potrebbe sembrare inutile almeno per la piazza, che è quasi completata nel suo rinnovamento; riteniamo tuttavia che stimolare una maggior consapevolezza sul significato dei luoghi pubblici e sulla necessità di un più diffuso coinvolgimento dei cittadini, con le modalità previste anche dai regolamenti del nostro Comune, possa essere di aiuto per il futuro che ancora proporrà delle scelte importanti per il completamento della ricostruzione e della rivalorizzazione della nostra città.

 

*Archeoclub d’Italia sede L’Aquila