L’Abruzzo invecchia più dell’Italia. Così Abruzzo Openpolis, nell’approfondimento sulla sanità, che negli anni a venire dovrà fronteggiare una popolazione sempre più anziana, con il conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche e un impatto importante sulla tenuta del sistema sanitario. Secondo i rilievi pubblicati, infatti, nel 2050 quasi 4 abruzzesi su 10 avranno almeno 65 anni.
Una sfida che non riguarda solo la quantità di risorse da destinare al comparto salute, ma l’intero assetto del sistema nei prossimi decenni. E che comporta la necessità di digitalizzare i servizi e sviluppare la telemedicina. Ma anche costruire presidi fisici diffusi sul territorio, che siano punti di accesso al sistema sanitario per la popolazione. Azioni imprescindibili per raggiungere territori spesso isolati, come quelli dell’Abruzzo interno, dove già oggi abita la popolazione più anziana e quindi potenzialmente più bisognosa di assistenza sanitaria, documentano i ricercatori, chiedendosi cosa cambierà con le risorse del Pnrr che destina l’8.2% delle risorse al potenziamento del sistema sanitario, con 15mld,63mln di euro di investimenti, di cui 7mld, per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale, in particolare sulle reti di prossimità, la telemedicina e la cura domiciliare, e 8,63 miliardi, per progetti di digitalizzazione e innovazione del sistema sanitario, insieme ad investimenti sulla ricerca.
La riforma, Dm 77/2022, e la riorganizzazione della sanità italiana deve però essere concretizzata. La Regione Abruzzo ha firmato il contratto con il Ministero della Salute a giugno di un anno fa, aspettiamo quindi l’inizio dei lavori.
L’architrave del nuovo sistema sono le Case di comunità. In questi luoghi, facilmente accessibili sul territorio, il paziente potrà trovare servizi come gli ambulatori di medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Ma l’obiettivo è soprattutto costruire un’unica sede fisica dove il cittadino possa essere assistito da un’equipe multidisciplinare, in grado di prenderlo in carico nei diversi bisogni, ricorda Openpolis. Si distinguono tra hub – quelle principali che erogano servizi di assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnostica di base – e spoke, che offrono unicamente servizi di assistenza primaria.
In Abruzzo – in base al contratto di sviluppo sottoscritto dal Ministero con la Regione – arriveranno 58,9 milioni di euro per realizzarle, sui 2 miliardi totali destinati dal Pnrr.
Ne sono previste 40, sulle 1.430 che si prevede di costituire in Italia, di cui 14 hub – quelle principali che erogano anche attività specialistiche e di diagnostica – e 26 spoke (65% del totale), che garantiscono solo l’assistenza primaria.
Oltre 3mln di euro per le Case di comunità andranno a 6 Comuni: Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, con una casa della comunità hub di nuova costruzione. Un intervento riguardante una superficie di 1360 mq per un finanziamento da circa 3,8 milioni di euro. Seguono Sulmona (L’Aquila), con 3,5 milioni di euro per l’abbattimento e la ricostruzione di una casa della comunità hub, Pescara (3,4 milioni) e Montesilvano (3,4 milioni), entrambe con un intervento ciascuno. Chieti è il quinto comune con più risorse complessive previste per le case della comunità, però ripartite su due progetti. Uno per una struttura di tipo hub, in via Valignani (2,4 milioni di euro), l’altro per una casa spoke per 810mila euro. Sopra i 3 milioni complessivi anche Teramo, dove è prevista la realizzazione di una casa hub del valore di 3,1 milioni di euro.
Sono invece 11 gli Ospedali di comunità previsti in Regione, sugli oltre 400 pianificati per l’intero paese. A queste piccole strutture, intermedie tra il ricovero a casa e quello in ospedale, il Pnrr destina 1 miliardo di euro. Mentre ammontano a poco meno di 26,2 milioni le risorse previste per la Regione. In 8 casi si tratterà di interventi di ristrutturazione, mentre per 3 progetti è prevista una nuova costruzione o l’ampliamento di una struttura esistente.
L’intervento più corposo previsto dal contratto di sviluppo della Regione è quello di Teramo. Oltre 4 milioni di euro per una superficie di intervento di 1.140 metri quadri. Cifra comparabile per l’Ospedale di comunità da realizzare a Chieti (3,9 milioni di euro).
Seguono, con oltre 2 milioni di euro ciascuno, gli interventi previsti per Ospedali di comunità a Pescina (poco meno di 2,5 milioni), L’Aquila (poco meno di 2,5 milioni), Tagliacozzo (2,2 milioni), San Valentino in Abruzzo Citeriore (2,2 milioni), Atessa (2 milioni).
Montesilvano (1,97 milioni di euro), cui seguono Atri (1,7 milioni), San Salvo (1,58) e Città Sant’Angelo (1,53).
Il tutto da chiudere entro il 2026. Così come previsto per tutti gli investimenti con i fondi del Pnrr.