Nuovi arresti per il post sisma scuotono la città dell’Aquila. Con l’operazione Redde rationem, cioè Rendi conto, sono finiti ai domiciliari l’ex assessore Pierluigi Tancredi e gli imprenditori Maurizio Polesini e Andrea Polesini della Edilcostruzioni Group srl, Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio della Dipe Costruzioni, obbligo di dimora e di firma per il presunto intermediatore Nicola Santoro, oltre 13 gli indagati a piede libero. Abuso d’ufficio, subappalto irregolare, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio ed estorsione, i reati a vario titolo contestati per lavori di puntellamento del centro storico, per avere i quali sarebbero state versate delle tangenti mentre i giunti liquidati non corrisponderebbero a quelli effettivamente utilizzati, e pagati 25 euro cadauno, ed anzi sarebbero inferiori. Si parla di Palazzo della Distilleria, Villa Palitti e del Consorzio Angioino. Un filone nato dall’inchiesta Do ut des, del gennaio del 2014, nella quale fu implicato lo stesso Tancredi, il quale, in un’intercettazione di qualche giorno fa, avrebbe chiesto soldi per il suo silenzio di questi mesi, i fatti contestati risalgono al 2010 fino ad oggi. Le indagini sono state svolte dai procuratori distrettuali antimafia, Fausto Cardella ed Antonietta Picardi, con il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri condotto dal capitano Ultimo, l’ufficiale che arrestò Totò Riina. Per puntellare centri storici e zone rosse lo Stato ha speso 200milioni di euro, tutti lavori affidati direttamente e senza gara con una lista d’imprese che vistò e monitorò l’allora prefetto di ferro Franco Gabrielli, promosso poi a capo della Protezione civile ed oggi prefetto della capitale. Negli uffici comunali gli inquirenti hanno continuato ad acquisire carte e fatture in questi anni, sarà difficile capire, man a mano che saranno smontati i giunti, se il numero corrisponderà a quelli liquidati sei anni fa come chiedono i gruppi civici, parecchi sono già stati tolti ed il valore del ferro è deprezzato. L’amministrazione del capoluogo resta indifferente anche alla loro manutenzione, quei lavori erano stati garantiti solo per un paio d’anni.