Così titola l’annuncio di airbnb.it all’Aquila. Affitti brevi e un centro storico davvero zeppo di stanze e case disponibili per gente di passaggio.
AirBnB è una piattaforma online, fondata come start up a San Francisco nel 2008, in cui entrano in contatto privati che vogliono affittare un appartamento o una singola camera e coloro che hanno necessità di trovare un alloggio. È una nuova forma di intermediazione turistica, ma ad alcuni effetti negativi cominciano ad opporsi le città d’arte come Venezia, ad esempio, che al contrario punta a favorire affitti residenziali a lungo termine e tutelare il patrimonio-storico artistico, stoppando quelli brevi e selvaggi.
Al 1° dicembre 2020, il Cresa, Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, nei capoluoghi di provincia abruzzesi ha contato 697 annunci. Centinaia di migliaia le unità immobiliari disponibili in Italia, centinaia in Abruzzo, con Pescara che occupa il 60% del mercato e L’Aquila al secondo posto con 182 strutture, la maggior parte delle quali si trova nei centri storici, meno in periferia.
Questa distribuzione territoriale ha prodotto in alcuni centri storici effetti economici e sociali che hanno iniziato la trasformazione del tessuto demografico e urbano, rileva il Cresa nell’approfondimento, non è disponibile a oggi l’aggiornamento del numero delle strutture, ma la nuova economia ha preso piede nel capoluogo terremotato già da un po’ di anni, non sappiamo quindi quanti residenti sono davvero rientrati nelle proprie abitazioni e quanti invece vivono la città toccata e fuga.
Sarà l’ennesima beffa della ricostruzione pagata dallo Stato per favorire la rendita privata?
Tra gli effetti negativi della diffusione di AirBnB generalmente identificati a livello urbano si evidenzia il forte aumento degli affitti delle abitazioni soprattutto nei centri storici delle grandi città, spiega ancora il Cresa, causato dal fatto che i proprietari ottengono profitti maggiori affittando per brevi periodi sulle piattaforme rispetto a quelli ottenuti attraverso affitti normali di lungo periodo. AirBnB viene così accusata di favorire lo spopolamento dei centri storici a causa della fuga dei residenti e la loro sostituzione con turisti e la conseguente trasformazione del tessuto sociale identificabile con il fenomeno della gentrification. Dalla Treccani, gentrificazione significa ‘Riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane’. Spesso le periferie.
Un dato che caratterizza l’offerta turistica è la stagionalità, perché le richieste di alloggio si concentrano tra luglio e settembre, tant’è che la maggior parte delle strutture presenti su AirBnB, nei capoluoghi abruzzesi, è disponibile per un periodo massimo di tre mesi l’anno, quelle disponibili da 4 a 6 mesi sono meno diffuse, meno del 30%; superiori a 10 mesi, non superano il 10% del totale, con una permanenza minima di una notte a volte due, registra il Cresa. La gran parte con recensioni molto positive, spesso vicine al massimo.
Realtà economiche sicuramente da indagare per capire dove stiamo andando nel post sisma, come e da chi il centro storico è stato ripopolato, si potrà davvero cogliere il dato sulla semplice base delle residenze?, e in quale misura potranno davvero rientrare gli uffici, la richiesta più ricorrente per la rinascita del centro storico anche di giorno e in tutti i giorni della settimana.